Shoah, olocausto, genocidio, sterminio: diverse parole per descrivere l’indicibile tragedia di cui è stata teatro l’Europa nel secolo scorso, ossia il tentativo del regime nazista di eliminare il popolo ebraico con la conseguente uccisione di milioni di uomini e donne di tutte le età, giovani, anziani e bambini sacrificati per il perfezionamento della razza ariana tanto voluto da Hitler. Alcuni vennero ammazzati come animali, senza nome e senza identità, ammazzati senza colpa, solo per il fatto di essere ebrei o di essere nati da discendenti ebrei, altri furono umiliati, torturati, privati della loro dignità umana prima di essere comunque uccisi.
La Shoah è stata una tragedia dell’Europa intera, ogni giorno bisogna combattere contro ogni possibile passo indietro, affinchè la storia non si ripeta e tutti abbiamo il dovere, specialmente nei confronti dei giovani, di ricordare.
Nonostante una giornata, quella della memoria, non basti per ricordare tutto il dolore provato da coloro che hanno vissuto il dramma della Shoah, questo è un punto di partenza per non cadere nell’oblio.
Ormai sono passati quasi sessantasette anni da quel 27 gennaio in cui l’Armata Rossa entrava nel campo di concentramento di Aushwitz scoprendo la disumanità e la bestialità tedesca che regnavano nel lager, sessantasette anni in cui il ricordo di questo avvenimento ha scandalizzato milioni di persone, sessantasette anni in cui si è cercato di commemorare le vittime , sessantasette anni durante i quali non si è mai smesso di ricordare.
A parer mio il nostro Paese sta cercando di fare in modo che la “storia ci sia da monito per il futuro: “la memoria non è il ricordo, la memoria è quel filo che lega il passato al presente e condiziona il futuro”. Ricordando, le possibilità di evitare una simile strage per la seconda volta aumentano, sapere gli eventi di questo tragico avvenimento ci illumina, ci fa comprendere i veri valori sui quali dovrebbe basarsi il mondo intero oggi, che dovrebbe considerare il rispetto reciproco come uno dei pilastri fondamentali della società odierna. Al fine di ricordare la shoah, si devono tramandare le testimonianze, i racconti e i documenti che permetteranno alle nuove generazioni di comprendere i fatti accaduti anche se comprendere il perché di quello che è successo è difficile, forse impossibile: per chiunque non è facile dare una spiegazione plausibile al genocidio che può essere definito uno degli eventi peggiori, se non il peggiore della storia dell’umanità.
Nella nostra mente ci possiamo fare un’idea dell’orrore subito dai perseguitati anche grazie alle testimonianze e ai racconti giunti a noi. Sicuramente non è come aver vissuto in prima persona il dolore e la sofferenza degli ebrei, tuttavia possiamo provare a comprenderli anche se ritengo inaccettabile che la mente perversa di un uomo possa pensare di cancellare una razza intera solo per preservare la purezza della razza ariana, necessaria per la lotta per la supremazia e il dominio del mondo. Tutti oggi sanno cos’è accaduto, però la maggior parte della gente non si ferma a pensare a coloro che sono morti ingiustamente e non avendo vissuto la Shoah, è più facile che in noi il ricordo svanisca in fretta a differenza di coloro che hanno vissuto il lager e non lo dimenticheranno mai perchè diventato ormai ricordo indelebile, che li ha sicuramente condizionati per tutta la vita costituendo uno dei principali drammi psicologici dei sopravvissuti: a livello individuale i ricordi rimangono più a lungo impressi nella memoria mentre nella mente di un’ intero popolo tendono a svanire più in fretta soprattutto se sono avvenimenti tragici.
La gente tende a dimenticare i traumi per non essere condizionata dalla paura che arrecano, questo è un fenomeno comune soprattutto nella società di oggi, proprio perché è proiettata nel futuro grazie alla continua evoluzione delle tecnologie, che spesso facilitano la perdita di vecchi ricordi. Basta poco per ricreare questo fenomeno che oggi sembra cosi lontano dalla nostra realtà: la mentalità proiettata alla violenza non potrà mai scomparire. Ancora oggi spesso il diverso non è accettato: discriminiamo lo straniero, l’emigrato o magari l’omossessuale forse credendo che lo scambio tra popoli invece che arricchire impoverisca.
In un’ era in cui attentati terroristici e attacchi etnici sono all’ordine del giorno nessuno può affermare con certezza che un fenomeno simile alla shoah non ricapiterà mai più nella storia.
Tuttavia la soluzione può stare nella reazione e nel combattere l‘indifferenza perché il nazismo è riuscito ad aumentare il suo potere anche grazie all’indifferenza della gente che non reagiva ai fatti sconcertanti che accadevano. Forse se i governi di alcuni Paesi occidentali, inclusa l’America non avessero esitato ad aprire i loro confini agli ebrei perseguitati si sarebbero potute risparmiare migliaia di vite umane.
Non bisogna solo ricordare dunque ma anche avere il coraggio di reagire.
Forse l’importanza data al ricordo è tanta, troppa, si esalta la memoria ma questo è il minimo che possiamo fare per evitare, in un futuro seppur lontano e che quindi non ci riguarda, una situazione analoga a quella creata da Hitler.
Le vittime e soprattutto i sopravvissuti della shoah attraverso la loro sofferenza richiamano l’attenzione di tutta l’umanità: non dimenticate il nostro dramma e non permettete che si ripeta”.

Alessandra Muzzin 4M

Antologia della Memoria realizzata dai ragazzi del Liceo Scientifico Grigoletti di Pordenone