Nell’incontro di domenica 17 gennaio, il politologo olandese Cas Mudde e la politologa e giornalista italiana Nadia Urbinati si sono confrontati sul seguito sempre maggiore che i partiti di estrema destra stanno avendo a livello internazionale, prendendo come punto di riferimento il libro Ultradestra dello stesso Mudde, da cui poi hanno sviluppato le loro argomentazioni.
Il saggio inizia con l’analisi dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca a inizio 2017, che ha comportato una normalizzazione della destra populista radicale negli Stati Uniti, culminata con il violento assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 da parte dei sostenitori trumpiani: si tratta di un gesto senza precedenti che ha arrecato un duro colpo alla democrazia statunitense.
Gli Stati Uniti erano già stati scossi da forti poteste promosse dal movimento Black Lives Matter che, successivamente all’omicidio dell’afroamericano George Floyd da parte della polizia, ha portato avanti messaggi quali l’uguaglianza e la necessità di cancellare il divario etnico e raziale vigente da sempre nel Paese; una sollevazione di massa che ha coinvolto gran parte della popolazione statunitense e ha trovato grande sostegno a livello internazionale. Mudde ha messo in luce come ci sia stata una risposta eccessiva e violenta da parte dello Stato, che ha cercato di sedare le proteste dei sostenitori del movimento, finite spesso nel sangue, mentre durante l’assalto al Campidoglio l’intervento si è dimostrato inadeguato e le forze di polizia sono state sopraffatte dai manifestanti, che non hanno avuto difficoltà ad entrare a Capitol Hill.
L’estrema destra, per giustificare i fatti di Washington, ha utilizzato come argomentazione l’illegittimità dell’insediamento del nuovo presidente eletto, Joe Biden, e si è dunque posta a difesa di Trump, dipingendosi come “salvatrice della Repubblica” e ritenendo dunque necessari gli atti di violenza compiuti. La destra populista americana inoltre sostiene posizioni nativiste, razziste e si batte in nome dell’ ”origine bianca” della Nazione. Si tratta di argomenti ampliamente supportati negli Stati Uniti ed è un fenomeno estremamente pericoloso in quanto la destra americana non ha alle spalle un passato storico violento come quello di molte democrazie europee; infatti, a differenza di Paesi come Italia e Germania, gli Stati Uniti non hanno mai vissuto dittature e regimi totalitari. Anche per questo motivo Mudde e Urbinati sottolineano quanto sia fuorviante paragonare i sostenitori trumpiani ai fascisti, in quanto usare vecchie definizioni non aiuta a comprendere la situazione, e il fascismo è caratterizzato da un’ideologia specifica che Trump non ha dimostrato di avere.
Dunque, mentre nel contesto post-bellico l’estrema destra era stata posta ai margini del dibattito politico, nel XXI secolo si è assistito allo sdoganamento e all’accettazione delle idee portate avanti dalla destra populista, a cui non si sono sufficientemente contrapposti i partiti di centro-destra e sinistra.
Vittoria Alvisi, Beatrice Cestari, Liceo Ariosto Ferrara
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