E’ uscito da pochissimi giorni il nuovo libro di Erri De Luca intitolato “La storia di Irene” ed ecco che l’autore ha la possibilità di presentarlo a Portici di Carta, di fronte a un pubblico ben coinvolto dalla sua ironia!
Si tratta non di un romanzo, ma di tre racconti separati, tre Storie, come ama definirle l’autore: la prima è appunto “La storia di Irene”, la seconda “il cielo in una stalla” e la terza “Una cosa stupida”.
Tutti e tre i racconti sono un tributo al Mar Mediterraneo al quale l’autore è particolarmente legato in quanto è stato fondamentale nella sua infanzia, per la sua crescita. Spiega che lo considera un buttafuori per coloro che nel passato si sono dovuti allontanare e un “butta-dentro” per coloro che in questi tempi vengono verso l’Italia, formando flussi migratori. Flussi, non ondate, e quindi non bisogna difendersi da loro come fossero onde troppo alte e pericolose.
La storia di Irene è la storia di una ragazzina orfana, che perde i genitori molto presto e che viene salvata dai delfini a 4 anni, che considera quindi il mare e i suoi abitanti come una famiglia e la notte vi si immergere per unirsi a loro. Il mare ha il ruolo di una madre, e viene descritto come un mondo migliore, mentre i delfini esprimono la fratellanza e l’unione senza confini.
Ne Il cielo in una stalla Erri parla di suo padre, un sottotenente degli Alpini che tornato a Napoli durante la guerra si andò a nascondere in una masseria di Sorrento dove conobbe un signore ebreo, che come caratteristica massima pregava al passato, come per ringraziare ciò che è stato. Questa storia è una delle poche che Erri da bambino sentì da suo padre perché dopo la guerra erano solo le donne a raccontarle.
L’ultimo racconto, Una cosa stupida, presenta invece l’altra faccia del mare, che è una madre, ma a volte matrigna, che può essere pericolosa. E’ la Storia un naufragio, che dimostra quindi la “cattiveria” del mare e che in natura non tutto ciò che è bello, apparentemente calmo, dev’essere buono.
Infine una signora dal pubblico gli chiede cosa pensa, alla luce della tragedia di giovedì scorso, il 3 Ottobre, cosa l’Italia può fare pro o contro a questi flussi migratori sempre più intensi. La risposta mi ha colpita molto, in quando in modo molto semplice è chiaro, Erri spiega che questi, secondo lui, non vanno che favoriti, perché non si fermano qui, passano, fluiscono dall’Italia per arrivare in Europa e quindi non c’è alcun motivo per ostacolarli.
L’incontro si conclude con i ringraziamenti della Val Susa, per l’appoggio che Erri De Luca, come autore e come uomo, ha dato al movimento NO TAV, e con con un accenno a Carlin Chaplin, che l’autore considera l’unico personaggio del ‘900 che verrà ricordato quando tutto il resto sarà messo da parte!
Sara Tavella, Liceo Scientifico Copernico
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