Alle ore 11.30 nello Spazio Autori del Padiglione 3 Stefano Bizzotto, noto telecronista e giornalista sportivo, accompagnato da Roberto Beccantini, anche lui giornalista sportivo, ha presentato il suo nuovo libro Giro del mondo in una coppa. Questo testo riporta alla luce moltissime storie del calcio mondiale che nella maggior parte dei casi erano state messe nel dimenticatoio da moltissimi anni.
Bizzotto durante la breve presentazione ha raccontato alcuni aneddoti che secondo lui hanno segnato la storia dei Mondiali di calcio dal 1930 al 2010. La prima vicenda che ha voluto citare è quella che vede come protagonista la squadra dell’Uruguay che al Mondiale del 1930 sale su un autobus di linea per andare a disputare la finale del torneo. L’autore ha aggiunto inoltre che la figura del calciatore è cambiata moltissimo negli anni diventando simbolo di notorietà grazie ad una fama che non è più dovuta alla bravura.
Un altro episodio molto interessante vede come protagonista Fritz Walter che al termine della Seconda guerra mondiale si trovò incarcerato in un campo per prigionieri di guerra. Quando l’Armata Rossa occupò la parte est dell’Europa, portò i prigionieri politici tedeschi nei gulag dove la speranza di vita era di circa cinque anni. Walter si salvò solamente perché una guardia appassionata di calcio durante una partita tra prigionieri e guardie, si ricordò di aver già visto Walter e per questo disse ai russi che non era tedesco, ma austriaco e in questo modo riuscì a salvargli la vita. Alla fine della prigionia, Walter tornò a giocare in Germania, conducendo la nazionale tedesca alla vittoria del Mondiale nel 1954.
L’ultima storia che il noto giornalista ha voluto raccontare è quella riguardante l’arbitro Aston a cui venne l’idea dei cartellini rossi e gialli guardando un semaforo a Londra. Alla fine della presentazione il pubblico ha voluto porre qualche domanda all’autore il quale ha risposto che, anche se il calcio è la sua passione, la sua telecronaca preferita in assoluto è stata quella della finale del bronzo olimpico di Tania Cagnotto.
Federica Balia e Stefano Serafino
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