Conosciamo davvero la realtà sociale, politica ed economica dei paesi asiatici? Cosa significa essere un immigrato in Cina? Il futuro appartiene all’Asia? A queste ed altre domande ha esaurientemente risposto Tash Aw, autore di Stranieri su un molo, al Festival di Internazionale a Ferrara.
Lo scrittore malese, intervistato da Goffredo Golfi, ha raccontato se stesso e il suo nuovo romanzo, ispirato alla storia della sua famiglia. La trama di Stranieri su un molo narra la storia dei nonni dell’autore, emigrati dalla Cina in Malesia: sono proprio le radici e le origini che costituiscono il punto focale del romanzo, nel tentativo di estirpare la nociva abitudine di rinnegare il proprio passato. L’illusione di sicurezza data dal denaro e la convinzione di essere intoccabili sono elementi dannosi, afferma Aw, perché aumentano il divario tra ricchi e poveri, nuove e vecchie generazioni, persino tra membri appartenenti alla stessa famiglia.
Il tema dell’immigrazione, filo conduttore del romanzo, è affrontato da un punto di vista poco rappresentato dai media: l’autore distingue l’immigrazione di settant’anni fa, che scorgeva all’orizzonte la possibilità di ottenere una vita migliore, da quella odierna, il cui unico obiettivo è arricchirsi. Quando la tanto agognata sicurezza economica diventa una realtà tangibile, la tendenza è quella di dissociarsi dalla propria vita precedente dimenticando il proprio passato e demonizzando, in un processo di inversione dei ruoli, i poveri di oggi. E chi sono i poveri di oggi? Gli immigrati. Aw identifica in questo dannoso meccanismo le radici della paura dell’altro e del diverso, temuto in quanto riflesso di noi stessi.
Claudia Felloni, Liceo Classico Ludovico Ariosto di Ferrara e Aminata Sow, Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino
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