Nel suggestivo cortile di Palazzo Crema prendono la parola Vasco Brondi, musicista, Paolo Cognetti, scrittore, con Daria Bignardi, giornalista e scrittrice, per una conversazione su viaggi, ricerca di sè e rapporti con la propria terra.
Daria Bignardi apre l’incontro chiedendo agli ospiti il proprio rapporto con il successo. Per Vasco Brondi ciò che fa è un lavoro e il successo è una parte di esso; il problema, sottolinea il musicista, è avere il coraggio dell’autenticità senza aver paura di deludere gli altri. Anche Paolo Cognetti vede la delusione verso gli altri come parte del successo. Tale successo infatti porta all’artista affetto ma anche solitudine ed è per questo che ha scelto, da qualche tempo, di “rifugiarsi” in montagna, per essere in grado di scegliere i luoghi in cui andare.
Per quanto riguarda i luoghi, Vasco Brondi, già dal primo disco, dice di averne una relazione speciale; infatti gli piace viaggiare verso i luoghi “mitizzati” che, una volta visitati, però sembrano essere normalissimi. Ed è per questo che ora apprezza visitare i luoghi sperduti e non turistici come cascate e vulcani. Apre una parentesi poi sul Punk: “È salutare, lascia libero sfogo all’anima, e permette di mettere le viscere sul tavolo”. E il suo luogo preferito per fare questo è proprio Ferrara, città dove “ci si annoia”, dice scherzosamente.
Per concludere l’incontro, la scrittrice Daria Bignardi suppone la venuta di un extraterrestre che deve prendere un souvenir dalla terra: “Cosa gli doneresti?”
Per Paolo Cognetti un “pezzo di terra bella”, ricollegandosi al suo legame con i luoghi, mentre Vasco Brondi gli darebbe “ossigeno, acqua e soprattutto tempo per fare le cose”, poiché, come lui ci confessa, la sua vita è sempre stata vissuta molto frettolosamente.
Infine, “Cosa conta davvero?”, chiede la scrittrice Daria Bignardi. Vasco Brondi le risponde che per lui conta uscire dalla mentalità secondo la quale la vita è una corsa di obbiettivi, per non dimenticare che bisogna vivere con un senso, per “sentire come mi sento”, per analizzare il proprio io. Invece Paolo Cognetti decide di rispondere in modo più lapidario, con soli tre elementi: “Due o tre persone e viaggiare il mondo… ed ovviamente il mio cane”.
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