Bianca Guidetti Serra: simbolo femminile della Resistenza, avvocato battagliero, femminista convinta, grande amica di Primo Levi, fondatrice del Centro Gobetti e, sì, anche amante delle passeggiate. Proprio per questo motivo Paolo Hutter ha deciso di dedicarle questa passeggiata letteraria insieme a Santina Mobiglia, coautrice della biografia di Bianca (Einaudi 2009) e affezionata amica degli ultimi anni.
Santina e Paolo hanno accompagnato un nutrito numero di persone presso i luoghi più significativi della sua vita a Torino, partendo dal Centro Gobetti per arrivare infine in Piazza San Carlo.
Santina, dopo avere accolto il gruppo, ha iniziato a raccontare la vita di Bianca partendo dalla sua amicizia con Ada Gobetti, sua compagna nelle staffette partigiane: erano infatti entrambe attiviste durante la Resistenza.
A questo proposito ci vengono raccontati degli aneddoti insoliti, ad esempio un fatto accaduto nel corso della loro opera di volantinaggio, una delle principali forme di opposizione al regime. Costantemente alla ricerca di una sede per la loro tipografia clandestina, si installarono nell’alloggio di sfollati offerto loro da una portinaia: sfortunatamente però la famiglia ritornò all’improvviso trovandosele in casa! Per fortuna quella volta riuscirono a cavarsela grazie alle scuse improbabili che riuscirono a imbastire.
L’impegno civile e politico di Bianca non finì con la Guerra, ma continuò nella sede della Camera di Lavoro, seconda tappa della nostra passeggiata.
Il 14 luglio 1945 organizzò uno sciopero di sole donne contro la discriminazione sul lavoro: la manifestazione fu molto sentita ed ebbe un successo straordinario nonostante fosse stata organizzata frettolosamente; donne di ogni fabbrica e maestranza costrinsero l’Unione Industriale a concedere alle lavoratrici di Torino e dintorni una retribuzione pari a quella maschile.
La lotta per i diritti della donna fu uno degli ideali più sentiti da Bianca, come testimonia il suo impegno come responsabile della Commissione Femminile, presso il Sindacato Tessile.
Questa tappa è stata resa particolarmente interessante dalle letture ad alta voce delle volontarie di Torino Rete Libri. È inoltre interessante che su Internet non si trovino notizie al riguardo, e quindi ne rimanga traccia solo nei vecchi giornali.
Siamo passati anche davanti alla sede storica del Tribunale di Giustizia, in via Corte d’Appello, dove Bianca ha esercitato la sua professione per cinquant’anni. Quando si iscrisse all’albo degli avvocati, c’erano solo altre due donne, tant’è che spesso i giudici le chiedevano se avesse i titoli per difendere gli imputati. Anche in questo ambito fu una figura autorevole e prestigiosa, come testimonia una sua collega.
Una delle sue battaglie più importanti fu quella riguardo alla schedatura Fiat in base alla quale gli operai venivano discriminati se avevano orientamenti politici ritenuti pericolosi. Con questa operazione veniva violata la privacy dei lavoratori e venivano stilate liste con i soggetti “da tenere d’occhio”. Anche la questura era coinvolta: uno degli slogan di quegli anni era proprio “Agnelli ha paura e paga la questura”. Il processo iniziò nel ’70 e si concluse solo nel ’78: nel corso dell’inchiesta venne trasferito da Torino a Napoli, e lì si concluse con la condanna di alcuni dirigenti Fiat e dei capi della polizia.
L’azione di Bianca fu determinante: al Teatro Alfieri, altra importante tappa della passeggiata, fu la prima a denunciare lo scandalo delle schedature. Giangiacomo Migone, importante docente e politico italiano, ci ha raccontato i fatti più importanti del processo.
La passeggiata è stata un’occasione per noi e per gli oltre 50 partecipanti per conoscere meglio la figura di Bianca, che ha vissuto il suo impegno politico e sociale con coerenza e passione.
Alan Poggio, Liceo Marie Curie e Sara De Mola, Liceo Galileo Ferraris
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