Come spesso capita, un incontro da cui non sapevamo cosa aspettarci si è rivelato in realtà estremamente interessante e coinvolgente: questa mattina, presso la Sala Madrid, Nicola Gardini ha presentato il suo nuovo saggio Tradurre è un bacio. Gardini, oltre ad essere saggista, è anche poeta, romanziere, traduttore, pittore e professore di letteratura italiana e comparata all’University of Oxford. Un uomo dai mille mestieri che ha spiegato, insieme alla traduttrice Ilide Carmignani, la sua concezione della traduzione leggendo alcuni brani dal suo libro, commentandoli e contestualizzandoli. La traduzione, vista come il sistema che permette la ciscolazione delle letterature del mondo, viene paragonata da Gardini ad un bacio: “La traduzione è un bacio. È avere nella bocca non una, ma due lingue contemporaneamente.” L’autore ha formulato questa metafora a partire dalla lettura dell’Orlando Furioso e, in particolare, dall’amore appassionato tra Ruggero e Alcina.

Nel saggio riflette sulla lingua e su quanto egli stesso abbia realizzato come traduttore di diverse lingue (inglese, greco antico, latino soprattutto), sottolineando come la traduzione presupponga un orizzonte culturale ben preciso e come il mito dell’intraducibilità vada ridimensionato a tutti i costi. A questo proposito ha voluto raccontare un episodio in particolare, ovvero di quando un suo amico traduttore gli chiese per email come sia possibile tradurre “M’illumino d’immenso”, fornendogli uno stimolo enorme per ricominciare a tradurre e sfatare proprio il mito dell’intraducibilità. La traduzione è infatti sempre un arricchimento, in quanto si crea qualcosa di nuovo, anche se si perde qualche dettaglio (ad esempio le rime).

Gardini ha poi voluto raccontare del suo legame molto forte con gli altri traduttori con i quali spesso si incontra e con cui condivide un profondo legame: i testi infatti spesso portano con sé un sentimento di felicità e gratitudine. Un esempio di ciò è una poesia scritta, o meglio, tradotta insieme ad un collega cinese, durante l’esperienza a Ledig House (NY), dove scrittori e traduttori da tutto il mondo si riuniscono per due settimane. Tra le varie poesie che ha letto dal suo libro, ci ha colpito soprattutto una che ha come tema la traduzione nel mondo animale, dove l’autore si chiede come possano comunicare tra di loro specie diverse.

Abbiamo apprezzato molto l’incontro sia per la nostra passione per le lingue, che condividiamo con l’autore, che per la semplicità con la quale Gardini riesce a trasmettere il suo messaggio. Come si legge nella sua poesia Giardinaggio:

“Un petalo non basta a far la rosa: tradurre è ricomporre la corolla.”

Maria Isabella Gallo, Filippo Moratelli, Liceo Ariosto