È “sulle ali degli amici” che dovremmo affrontare il mondo. Così Pietro del Soldà venerdì 15 maggio introduce il suo nuovo libro, che attraverso gli occhi di Platone, Aristotele e Montaigne rivaluta il ruolo dell’amicizia nel passato per ripensarla nel presente. Questo antidoto alla filosofia dell’io sovranista è sempre più sottovalutato nella società della performance, in cui l’altro è visto come spettatore o rivale dell’immagine che ognuno mostra di sé. I rapporti strumentalizzati e opportunistici del mondo odierno rischiano di trasformarci in uomini “scissi”, divisi tra ciò che scegliamo di mostrare agli altri e ciò che veramente siamo. Così ci ritroviamo a nascondere le differenze, in favore di una realtà omologata, in cui l’amicizia si inserisce come un rapporto instabile, fluido, che esalta tutto ciò che ci rende unici e inimitabili. L’amicizia, dice Del Soldà, è la messa in pratica del bene, è l’esperienza dello stare al mondo che permette di vivere fino in fondo superando ogni regola; ne abbiamo assolutamente bisogno per vivere appieno tutto ciò che fa parte del nostro io interiore.
In questo momento particolare, in cui il Salone stesso, creatore di legami duraturi, ha dovuto reinventarsi secondo le nuove norme di distanziamento, come si può rimanere umani e connessi? Ricordandoci che gli affetti sono un “tesoro utile” decisivo per la nostra felicità, accorgendoci dell’importanza anche di tutto ciò che prima davamo per scontato. Perché amicizia è sinonimo di bellezza, che ci mette le ali e ci mostra la meraviglia del mondo.
Facciamo che questa esperienza ci insegni a valorizzare anche le piccole cose, quelle a cui siamo abituati e che mai avremmo creduto di perdere: un amico, un amore, un affetto.
Desiree Bindini e Martina Piscitelli, Liceo Ariosto, Ferrara
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