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E’ finalmente uscito il secondo volume di Antonio Scurati: “M. l’uomo della provvidenza”, preceduto da “M. il figlio del secolo”, vincitore del premio Strega 2019. In questo nuovo romanzo vengono trattati gli anni dal 1924 al 1931 dello scorso secolo, quando il fascismo iniziò a diventare l’unico partito politico governativo italiano. Il titolo deriva da un soprannome dello stesso cancelliere, che gli venne attribuito dall’Arcivescovo di Praga e poi dal
“Nessuno aveva mai raccontato di Mussolini secondo la letteratura dell’arte”. Antonio Scurati, candidato al Premio Strega con il libro M Il figlio del secolo, ha tenuto una conferenza sabato 11 maggio al Salone del Libro, parlando e spiegando il motivo per cui ha deciso d’intraprendere quest’impresa, come lui l’ha definita. Scurati affronta il fascismo con lo sguardo spietato e privo di giudizi ideologici della letteratura come non era mai stato fatto
Antonio Scurati esordisce con un verbo alquanto particolare, tipico degli ospedali milanesi: partocipare, per definire il fulcro del romanzo breve di Tommy Wieringa “Una moglie giovane e bella”. Esso viene delineato da Scurati seguendo un filone molto personale e soggettivo. Il romanzo infatti permette al lettore di mettersi nei panni di chiunque abbia mai provato dolore. Il tema principale, dice Tommy Wieringa, è proprio il dolore. Un dolore che attraversa
Seguire un incontro con due grandi autori è un’esperienza coinvolgente e quasi catartica: si entra riposati e curiosi, si esce sfiancati e satolli di nuovi punti di vista e opinioni. C’è così tanto da introiettare che non si sa da che parte girarsi, su chi tenere lo sguardo fisso, tentando di non perdere nemmeno una briciola di un dibattito tanto ricco di contenuti. Antonio Scurati e Emmanuel Carrère hanno senza
Antonio Scurati, nato a Napoli nel 1969, è laureato in filosofia ed è ricercatore all’Università IULM di Milano dove insegna letterature contemporanee e scrittura creativa. Conosciuto soprattutto per Il sopravvissuto (2005), con cui ha vinto la XLIII edizione del Premio Campiello, presenta alla Biblioteca Civica Villa Amoretti Il padre infedele, suo ultimo romanzo. “Capitava sempre così. Ogni volta che mi sforzavo di rammentare un momento della nostra vita in comune
Mosaico di crolli e rovine, è con questa frase che Luciano Genta riassume l’ultimo libro di Marco Belpoliti. “L’età dell’estremismo” è infatti un puzzle di fatti apparentemente molto diversi fra di loro, ma Belpoliti ne ha trovato un filo conduttore: i crolli e la rovina. L’autore ripercorre gli avvenimenti storici a partire dagli anni ottanta del Novecento, li analizza, li elabora, ripercorrendo in questo modo i grandi crolli del mondo, partendo