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Mia sorella è un quadrifoglio

“Non amo viaggiare, preferisco farlo con la testa, con l’immaginazione”. Queste sono le parole di Beatrice Masini che oggi, alla XXVI edizione del Salone del Libro, ha presentato  Mia sorella è un quadrifoglio. L’autrice ci ha confessato che non è stata sua l’idea di trattare l’argomento della disabilità, ma una proposta dell’editore Carthusia. Tuttavia conosce da vicino questa realtà grazie a un bimbo down, Giorgio, che l’ha aiutata a scrivere

Mia sorella è un quadrifoglio

Mia sorella è un quadrifoglio, uno dei tanti libri di Beatrice Masini, famosa scrittrice milanese, racconta la storia di una ragazzina, Viola, e della sorellina appena nata, Mimosa. La piccola ha gravi problemi al cuore che potranno essere curati solo quando diventerà più grande. Viola è felice di avere una sorella più piccola ma, allo stesso tempo, ne è gelosa perché teme di essere trascurata dai suoi genitori. La disabilità di

Solo con un cane … e con Beatrice

Si comincia con una parola difficile: editto. Che cosa vuol dire? Nessuno tra il pubblico sa rispondere. A spiegarlo ci pensa Beatrice Masini, che essendo la scrittrice del libro è anche l’autrice dell’editto di cui si parla nel romanzo: quello emesso dal Sire, che bandisce i cani dal regno. E oltre a spiegare il significato di questa parola, ci invita a contrastare gli editti e le decisioni ingiuste, ribellandoci. «Esistono

Solo con un cane

Il libro narra la storia di Miro, un bambino di dieci anni, e di Tito, il suo amato cane che, per sfuggire all’editto di un Sire capriccioso, intraprendono un lungo viaggio verso una terra libera. L’editto imponeva che ogni cane sarebbe dovuto sparire dal regno. Miro però non può rinunciare al suo amato Tito. C’è solo una soluzione: fuggire con lui. Inizia così un difficile viaggio, che simboleggia il percorso che tutti noi

Solo con un cane

Solo con un cane, edito da Fanucci, è un libro scritto da Beatrice Masini e narra la meravigliosa avventura che Miro e il suo cane Tito compiono quando il Sire del loro Regno ordina l’uccisione di tutti i cani. Fino a quel momento tutte le famiglie ne possedevano uno ed erano affezionate al loro cane. I genitori di Miro, per non sottostare a questa legge incomprensibile, gli ordinano di fuggire con