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Non so chi ho davanti. Non sono tenuta a saperlo. Sono uomini che passeranno gran parte delle loro vite in carcere, magari per reati che io stessa considererei senza appello, eppure il carcere mi sembra comunque la peggiore soluzione per loro, per me che li incontro. Vado a parlare del mio lavoro di storica. Lo faccio a partire dal mio libro Piccola città che è la storia dell’eroina nell’Italia del
In questi luoghi, questi tipi di incontri sono sempre qualcosa di costruttivo, perché ti portano ad evadere con la mente e a distrarti dai soliti pensieri. Ho letto il libro di Vanessa Roghi Piccola Città. Una storia comune di eroina. Quello che mi ha colpito è la disponibilità della scrittrice; non solo la sua esperienza di vita, il suo essere una storica, ma principalmente il suo lato umano, perché nonostante
Osservo il cielo. Per fortuna non piove. Quando piove uno dei corridoi che percorriamo noi docenti per raggiungere le aule del carcere è puntualmente allagato. A bacinelle con mozziconi di sigarette e strofinacci piazzati qua e là sul pavimento il compito di raccogliere l’acqua che arriva dal soffitto. Ma oggi il tempo tiene. Io e la mia collega Raffaella entriamo in carcere con Vanessa Roghi. La sua semplicità contrasta con
10-11 Aprile 2019 – “Adotta uno scrittore” presso la Casa di Reclusione di Quarto d’Asti Scrittrice: Vanessa Roghi Sono passate due settimane da quando Vanessa ha incontrato per l’ultima volta i detenuti della Casa di Reclusione di Quarto d’Asti, un carcere di Massima Sicurezza dove chi deve scontare la propria pena è obbligato a rispettare regole ferree e privazioni. Solo una scrittrice empatica e carismatica come Vanessa poteva, in pochissimo