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Cos’è un istituto italiano di cultura all’estero? E’ una organizzazione che promuove la cultura italiana classica in 83 sedi nel mondo. Attraverso questa istituzione l’Italia trasforma la concezione di cultura da insegnamento a creatività. Ne hanno parlato Rosaria Carpinelli, Flavia Cristiano, Giuseppe Culicchia, Maria Ida Gaeta, Fabio Gambaro, Paolo Grossi, Laura Pugno e Roberto Vellano nell’incontro Avventure del libro italiano all’estero Secondo Fabio Gambaro dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi,
“L’immagine dell’edizione numero trenta del Salone del Libro di Torino è un libro che scavalca un muro: non è, chiaramente, un’immagine neutrale. Non è un’immagine oleografica, perché la cultura non è un oggetto da mettere in vetrina ma una forza viva, trasformativa, che modifica il paesaggio circostante, che non ti lascia come ti aveva preso, che ti consente di fare esperienza”. La locandina ci presenta il tema chiave di SalTo
Stamattina 15 Settembre, alle 10.oo presso il palazzo Montereale Mantica di Pordenone si è svolto un incontro legato alla sostituzione del fattore umano per via elettronica-meccanica. Filippo La Porta e Riccardo Staglianò hanno presentato questa dinamica con due libri tanto diversi quanto uguali: “Indaffarati” e “Al posto tuo” Al pubblico è stato offerto lo spunto di due visioni del futuro differenti, uno sul piano economico-sociale e l’altro su quello umanistico.
L’insegnamento è un argomento di estrema attualità in questo periodo di grandi riforme legate alla scuola ed è anche il centro del dibattito che si è tenuto nell’Arena Bookstock tra Annamaria Palmieri, Franco Lorenzoni, Domenico Starnone e Mario Tagliani. Tutti questi scrittori-insegnanti hanno narrato le loro esperienze tra le mura scolastiche nelle proprie opere, in quanto i racconti di scuola, che hanno da sempre accompagnato la trasformazione della società italiana,
La meraviglia, tema conduttore del Salone, è stato anche il tema centrale dell’incontro tenutosi da Paolo Di Paolo, Marco Vozza, Valter Malosti. Vozza, professore di estetica, ha aperto il dialogo parlando di come i filosofi abbiano una naturale propensione per la meraviglia, e del ruolo cruciale che questa ha nel fondare l’analisi filosofica. Lo scrittore Di Paolo ha invece sottolineato quanto la meraviglia sia un sentimento evanescente che tende a
Si, il cibo è cultura perché nel cibo c’è un’idea e c’è cambiamento. A questo proposito la giornalista Licia Granello ha intervistato il professore di storia medievale e storico dell’alimentazione Massimo Montanari e il fondatore di Eataly Oscar Farinetti. Secondo i due esperti il cibo è un’espressione culturale in quanto prima di produrlo lo si pensa, ed è anche economia perchè è proprio attraverso questo che è nata. In Italia