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Nella mattinata di domenica 21 maggio, al Salone del Libro di Torino, nello spazio internazionale Babel, dedicato a tutte le opere estere, c’è stato un colloquio tra Vogelmann Shulim, editore de La Giuntina e la sua traduttrice Loewenthal Elena riguardo le sorprese e i segreti della letteratura israeliana. Esordisce l’editore narrando del suo percorso più personale in questo campo: figlio di editore, studia all’università di Gerusalemme e dopo aver letto
“Le foglie, quando non servono più a fare ombra, si staccano dagli alberi. Prima di toccare terra compiono tuttavia il viaggio più bello della loro vita. Con leggerezza.” La vecchiaia è il viaggio che dobbiamo compiere prima della caduta. Con leggerezza. Così Lidia Ravera introduce il suo libro: la storia di Costanza, una donna che decide di trasferirsi in un ex convento – dove ricrea una comune con alcuni dei compagni
Molta gente attorno alla sala Blu attende l’incontro con Naomi Ragen, scrittrice israelo americana attiva nella lotta per i diritti delle donne. Il primo a prendere la parola è Angelo Pezzana, presidente dell’associazione Italia – Israele di Torino, sensibilmente contrariato per il mancato successo della Ragen nel nostro paese. I romanzi di Naomi Ragen non sono dure critiche “senza se e senza ma” ad Israele, in essi si può percepire
Quando parliamo del passato, pensiamo sempre che esso stia alle nostre spalle, mentre il futuro sia qualcosa che ci corre davanti. Al contrario, ci racconta Elena Loewenthal, mediatrice dell’incontro, nella Bibbia l’orientamento del tempo è esattamente il contrario, poiché in ebraico il passato ci sta di fronte e il futuro, invece, rimane alle nostre spalle per la sua enigmaticità. Cos’è un classico al giorno d’oggi? Ha senso riproporre sempre nuove