Ti mando una cartolina: Alessandro Leogrande
Foto di Ornella Orlandini “Nostra Patria è il mondo intero” Alessandro Leogrande
Foto di Ornella Orlandini “Nostra Patria è il mondo intero” Alessandro Leogrande
Volentieri pubblichiamo questo testo di Sujan, del gruppo torinese di Europa a 16 anni. Durante gli incontri Andrea Bajani aveva chiesto ai ragazzi di provare a scrivere un discorso in cui fossero presenti tutte le parole. Ecco il suo bellissimo tentativo Beh.. Il buon Sujan stasera si é dato da fare.. Poiché ha avuto uno STORMO di idee!! L’Europa e l’unione europea sono come una versione ingrandita del gioco
Il secondo incontro del gruppo formato da Federico, Mattia, Sujan e Umberto, supervisionato da Virginia e da Francesco, si svolge in una delle aule studio che circondano Palazzo Nuovo. Purtroppo manca Sujan, a casa con l’influenza. Dopo le domande di rito- come stai, come va la scuola, vi va un caffè?- si parte subito in quarta, obiettivo: inquadrare le due parole su cui lavorare, TANGRAM e BRACE. Formare un disegno
Il primo incontro del gruppo “stormo-pelle” è in Via Verdi. I ragazzi hanno iniziato a tirare fuori idee, confrontandosi, sulla parola stormo. Stormi che vanno e che vengono Uno dei temi più interessanti è stato quello dell’immigrazione all’interno dell’Europa. Yannick, il tutor, ha rotto il ghiaccio iniziando a parlare. “ L’immigrazione e l’emigrazione all’interno dell’Europa, e più in particolare dell’Italia, negli ultimi anni ha subito una profonda trasformazione. Penso che
C’è e non c’è, L’Europa: dipende da come la si guarda. La strada che l’attraversa sembra un ciottolato sconnesso, pieno di buche e pietre che rotolano giù dal sentiero. A guardarsi alle spalle, però, si vedono i calcinacci dei tanti muri già scavalcati. Nonostante tutto.
I confini politici e culturali dei paesi europei sono i solchi e gli strappi di un continente dalla pelle antica. Ci si può leggere una storia fatta di graffi, rughe e cicatrici, e di persone che l’hanno indurita passandoci in mezzo. Alcune linee si cancellano, altre – più profonde – non potranno mai farlo. Relazioni, dolori, confini. Nel bene e nel male.
L’Europa è prima di tutto la messa in scena di un desiderio, il tentativo di dare vita a un progetto comune. Tra conferenze stampa, comunicati, summit, e dichiarazioni, ogni giorno i giornali e le televisioni di tutto il mondo forniscono parole a quella rappresentazione. E nel bene o nel male, qualsiasi cosa succeda, the show must go on.
Della lumaca due cose sono leggendarie: la lentezza e il mondo che si porta sopra la schiena. Se la velocità è il paradigma del presente, a volte andare piano è una scelta obbligata. Ciascuno (individuo, paese) porta faticosamente dentro l’Europa un bagaglio di oggetti, di lingue, di culture. E lascia traccia del proprio passaggio…
Ci sono momenti in cui sapere di potersi fermare, anche se il viaggio non è ancora finito, è fondamentale. Gettare l’àncora, sostare. Non sempre le àncore sono luoghi: a volte sono cose preziose, tesori fatti di libri, di conoscenze, di persone. L’Europa è fatta anche di questo, di valigie piene di libri che ci fanno star fermi a pensare.
Alla seduzione della calamita non si sfugge. Il magnete chiama a sé e le limature di ferro accorrono. Recalcitranti o entusiaste, volenti o nolenti, è lì che la natura le dirige. Sono campi di forze, tensioni tra poteri. Ci sono paesi più magnetici di altri – la Germania, il nord Europa – e cittadini che, semplicemente attratti, si mettono in viaggio.