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Dialogo. Attorno a questa parola ricca di significati è ruotata la riflessione di venerdì 10 maggi o al Salone di Fabio Levi pubblicata per la collana “Lezioni Primo Levi” di Einaudi. Il Centro Internazionale di Studi Primo Levi si propone infatti come mediatore tra l’autore e il suo pubblico eterogeneo, ponendosi come “facilitatore” nel contatto tra l’opera e il lettore, senza ricorrere però ad un atteggiamento di tipo paternalistico. Instaurare
Torino, 20 maggio 2017 Settant’anni dopo la pubblicazione di Se questo è un uomo la voce di Levi è ancora incisa nelle menti di un pubblico che, conquistato individualmente, si presenta in una molteplicità di volti ed età. L’autore, infatti, riflette su temi che ritornano anche oggi, quali il senso di umanità e il conseguente egoismo che la pervade da sempre: un aneddoto richiamato da Anna Bravo, insegnante e scrittrice,
Quanta sapienza ci vuole per raccontare l’irraccontabile. Levi ha dovuto inventarsi una lingua, non poteva usare l’italiano standard, consumato e usurato per narrare un’esperienza senza precedenti. Così Levi si identifica come tradotto e traduttore divenendo l’unico scrittore in assoluto ad essere stato tradotto in tutte le sue opere. Particolarmente rilevante la prossima pubblicazione dei “Complete works” negli Stati Uniti, a cura di Ann Goldstein e Domenico Scarpa, presentato nell’incontro nella
9 maggio 2014 – L’incipit dell’incontro è basato sul contributo di pensiero che le Lezioni Primo Levi offrono grazie alla loro originalità: questo è il concetto di “utilità” con il quale Fabio Levi introduce la presentazione del libro di Anna Bravo, che discute l’importanza del significato degli scritti di Primo Levi nel campo della storiografia. Il titolo del libro, Raccontare per la storia (Einaudi Editore) è stato dato, diversamente da quanto di solito