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Opera naturale è ch’uom favella; Ma così o così, natura lascia poi fare a voi secondo che v’abbella. Dante, Paradiso, XXVI, 130-132 La pluralità delle lingue è naturale, in quanto espressione della naturale varietà degli uomini. Ogni lingua costituisce un microcosmo in evoluzione, che nasce, cambia e si adatta, qualche volta si estingue. Quando questo accade si perde un corredo di significati, di interpretazioni, si perde la realtà che quella
“Bene non ha a che fare con precetti reali, ma con il dare realtà agli altri”. Così esordisce il giornalista e mediatore Piero Dorfles (citando una frase di Simone Weil) dando il via all’incontro dedicato allo scrittore Filippo la Porta ed il suo ultimo libro “Il bene e gli altri”, volto a dimostrare la connessione tra l’etica moderna e quella presente nella Divina Commedia. La Porta con questa frase, ”elevata
Al giorno d’oggi la cultura è solamente ridotta ad ornamento. Così lo scrittore e traduttore Giuseppe Culicchia apre la presentazione del libro Indaffarati di Filippo La Porta. Culicchia si richiama ad un brano tratto da 1984 di Orwell, nel quale i vocaboli utilizzati quotidianamente vengono distrutti e dimenticati e compara la situazione descritta nel romanzo alla realtà contemporanea. Una realtà in cui, come nella canzone My Generation de The Who,
L’incontro che si è tenuto questo pomeriggio all’Indipendent Corner del Salone Internazionale del Libro ha avuto come protagonisti gli scrittori italiani Filippo la Porta e Paolo di Paolo. Gli argomenti in discussione sono stati i libri che, con il passare del tempo ed il mutamento della cultura e della società, sono sempre più trascurati e stanno perdendo, quindi, il valore iniziale che li caratterizzava, distinguendoli dalla massa. Nella sua premessa,