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Per augurare una dolce buonanotte e chiudere in bellezza la seconda giornata del Festival, presso la Loggia Del Municipio, si è tenuta l’incontro “Alla sera la poesia” una maratona di poesie che durerà cinque serate. Sarà stato per l’ambiente, il luogo suggestivo, o le luci soffuse, che sono riuscite a creare un’atmosfera intima ed emozionante. Vi riportiamo qui alcune poesie che sono state lette, e per godervele appieno vi consigliamo
PAROLA: MIA “Ho parlato nei giorni scorsi della violenza contro le donne con una delle classi in cui insegno, dopo un caso di cronaca nel nostro paese. E il concetto che è venuto fuori durante la discussione con i ragazzi è quello del possesso, dell’essere possessivo: l’essere mio/mia.” Francesco Targhetta
“Spero che l’incontro abbia fatto uscire dal solco della svita almeno alcuni di questi ragazzi. Proprio perchè, oltre alla letteratura può essere utile anche la condivisione con gli altri.” Francesco Targhetta “A quanto pare per Francesco Targhetta esistono degli antidoti allo svivere: la musica indipendente, quella non copiata ma vissuta, “La vita agra” di Bianciardi, la poesia, forma espressiva del suo romanzo.” Marina Cociglio, scuola Cavour Foto di Ornella
Francesco Targhetta, il cui ultimo libro “Perciò veniamo bene nelle fotografie” è uscito da poco, è stato invitato a riflettere, con Andrea Bajani e una delle ragazze del Vocabolario Allargato, sul significato della parola svivere. Lo svivere, tema di fondo del libro, è il non lasciarsi assorbire dalla vita, è la mancanza di volontà, è il lasciar scorrere la propria esistenza senza esserne il protagonista. Secondo Targhetta questo è un
DEMOLITICA, con Lorella Zanardo: In paesi come I’Italia odierna, dove la politica demolisce le poche certezze presenti più che consolidarle, dove sembra aver dimenticato il proprio ruolo, non si deve assistere a questo panorama come spettatori, ma essere piuttosto attori protagonisti. ETERIDERIO, con Massimo Recalcati: E’ il desiderio di essere un altro, che ai propri occhi appare migliore e più competente. E’ un desiderio alimentato dal disagio e dall’insoddisfazione personale