“Come stai? Tutto bene.” Probabilmente la conversazione più sentita e detta, più abitudinaria e retorica ma sopratutto più sottovalutata della nostra generazione. Ed è proprio questo, “Tutto bene”, il titolo scelto dal comico Paolo Ruffini per il suo libro. Un duplice romanzo di formazione di un adulto ancora ragazzino, ignaro di avere una figlia, e di una bimba, cresciuta un pò troppo in fretta, che non sapeva di avere un
Stefano, ricco attore milanese, senza valori e senza famiglia. Sara, una semplice bambina, la cui madre è finita in prigione per spaccio. Stessi occhi azzurri, stesso sguardo intelligente, stessa sfacciataggine, stesse paure. Non ci vuole un genio per capire la verità: Sara è la figlia di Stefano. Per Stefano una bambina significa niente più feste, niente più discoteche, niente più “cambiare donna ogni sera”. Una bambina significa gite all’acquario, figurine dei pesci attaccate sul Suv costoso, suore