Una delle chiavi della storia dell’umanità è la continua ricerca di relazione tra popoli, di andare al di là della propria comunità, spostandosi in cerca di territori sempre più vasti. Questo, nel tempo, si è tradotto in una costante interdipendenza, accresciutasi sempre più nell’attuale mondo globalizzato. Un’esempio ne è stato Mazzini, grande patriotta italiano, che si immaginò una rete ferroviaria Italiana ben prima dell’Unità, credendo in un mercato nuovo, passando
“Otium”, “Umanesimo”, “sentimentale”, “laudare”, “rettorica”. Questi sono alcuni dei termini che costituiscono L’italiano in 100 parole di Gian Luigi Beccaria, nato dall’idea di raccogliere quelle parole capaci di resistere alla “forbice del tempo” e rimanere nella lingua. Giorgio Ficara, che conduce l’incontro nella Sala Azzurra con Beccaria e Luca Mastrantonio, precisa subito che l’italiano è una lingua che sta perdendo complessità sintattica e lessicale avvicinandosi sempre più a “un’inglese da aeroporto tradotto”.
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