Il libro Tema in classe è ambientato in Cile e narra la storia di un ragazzo di nome Pedro, detto Chico perché piccolo di statura.

Chico adora il gioco del calcio e, per il suo compleanno, i genitori gli regalano un pallone di plastica (anche se lui ne avrebbe preferito uno di cuoio con i bolli neri). Pedro, dopo lo studio, passa il suo tempo a giocare a pallone e, quando segna un goal, esulta mentre gli amici lo sollevano in aria.

Pedro è incuriosito dal comportamento dei suoi genitori e dei loro amici che la sera, dopo cena, si riuniscono ad ascoltare uno strano apparecchio, “la radio”, con aria sempre preoccupata. Il bambino una sera chiede alla mamma cosa stessero ascoltando, ma la mamma non gli dà nessuna spiegazione.

Un pomeriggio, dopo la scuola, Pedro va a disputare un torneo di calcio con gli amici e, durante la partita, fa un goal spettacolare.

Come al solito esulta, ma i compagni di squadra non gioiscono per lui perché distratti da una scena che si sta svolgendo poco distante da loro: il padre del suo amico Daniel è arrestato dai militari.

Pedro vuole sapere come mai stessero arrestando suo padre e l’amico risponde che suo papà è contrario alla “dittatura”. Pedro, che non conosce il significato di quella parola, scopre che quelli contro la dittatura vogliono cacciare i militari dal governo e liberare il Cile.

La sera, Pedro tornando a casa, racconta questo episodio ai genitori e chiede al papà se anche lui è contro la dittatura. Il papà risponde di sì.

Il giorno successivo a scuola la maestra entra in classe con la faccia seria: è accompagnata da un militare. Il soldato dice ai bambini che avrebbero dovuto scrivere un temino dal titolo “Cosa fanno i miei genitori di sera”. Il più bello avrebbe vinto una medaglia ed una bandiera con i colori della nazione.

Pedro inizia a scrivere, sperando di vincere la medaglia per venderla e comprarsi il pallone di cuoio.

Dopo una settimana il soldato ritorna e restituisce i temi. Quello di Pedro non ha vinto ma ha ricevuto i complimenti.

La sera, a casa, Pedro racconta del militare e del temino. I genitori, preoccupati, gli domandano cosa avesse scritto.

Il bambino legge ad alta voce il suo lavoro e, dopo averlo sentito, i genitori tirano un sospiro di sollievo. Pedro era stato davvero in gamba.

Questo piccolo libro di Antonio Skàrmeta mi è piaciuto molto perché mi ha fatto conoscere la storia del Cile, la dittatura militare che c’è stata in quel Paese e la sofferenza dei bambini in quel periodo.

La frase del libro che mi è piaciuta di più è questa “I bambini non sono contro nulla. I bambini sono semplicemente bambini. I bambini della tua età debbono andare a scuola, studiare molto, giocare ed essere affettuosi con i lori genitori”.

Marco Santise, small_FuoriLegge