Oggi(venerdì 5 maggio ndr), durante il nostro ultimo incontro di ‘Adotta uno scrittore’, abbiamo parlato di pipistrelli. Quelli neri, dalle ali pelose, che nelle notti d’estate fanno le ronde volanti intorno ai lampioni stradali; quelli che a volte si addormentano tra le pieghe delle tende di casa e al mattino, quando le smuovi, cadono a terra ancora tutti insonnoliti strappandoti un grido da film dell’orrore; quelli che al solo pensiero di ritrovarsene uno impigliato tra i capelli ci si sente assaliti da un terrore panico.

Quasi nessuno è immune dalla paura per i pipistrelli, sicuramente non lo sono io né, da quello che mi hanno confessato, lo sono i ragazzi della prima liceo del Marie Curie di Pinerolo. Nessun problema ragazzi, gli ho risposto, se è solo per questo neanche Batman lo era, sin dal giorno in cui cadde in fondo a un pozzo e si ritrovò in una caverna che ne era piena zeppa. Fu così che i pipistrelli divennero la sua più grande paura, e lo sarebbero rimasta per sempre se un giorno non avesse trovato il coraggio di fare una cosa che mai avrebbe pensato di fare: tornare in fondo al pozzo e offrire coraggiosamente il suo corpo e il suo viso al contatto con quelle ali fruscianti che nei suoi incubi aveva sempre immaginato urticanti e taglienti. Detto questo ho messo su il DVD di Batman begins, film di Christopher Nolan del 2005, e io e i ragazzi abbiamo guardato insieme, in religioso silenzio, la scena bellissima in cui Batman, invece di ritrarsi e fuggire, si lascia accarezzare da quel vortice di ali nere che, con sua immensa sorpresa, invece che urticanti e taglienti, si rivelano essere delicate come seta.

Abbiamo parlato di pipistrelli, nel nostro ultimo incontro, e di Batman, e della resilienza, “la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi”, o più nello specifico, in psicologia, “la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico”.

Quando la campanella è suonata, con mia grande sorpresa i ragazzi hanno tirato fuori da un armadio una torta al cioccolato e una alle mele, entrambe buonissime, e bottiglie di Coca-Cola e di Sprite. Abbiamo festeggiato così, in un luminoso venerdì mattina, il nostro ultimo incontro, nonché la fine del mio periodo di adozione.

Oltre che ringraziarli per il calore, l’affetto e il generoso apporto di Coca-Cola e torta di mele con cui mi hanno accolto, voglio lasciarli con un augurio: quello che anche per alcuni di loro, come è stato per me, la scrittura possa diventare la Grotta Magica della Resilienza, il luogo cioè in cui scendere ogni volta che una paura chiede di essere addomesticata per diventare un superpotere. Spero insomma che se in una futura sera d’estate un pipistrello vagabondo li sfiorerà con le sue fruscianti ali di seta in un volo un po’ troppo radente, ricordino che più ancora che per spaventarli, è lì per invitarli a crescere.

Eric Minetto