E’ questa la frase che Enzo Bianchi spera di poter pronunciare prima di morire. Per ora vive serenamente il suo 75° anno, grazie anche alla compagnia di amici che non lo hanno mai abbandonato e continuano a supportarlo. Proprio uno di questi avrebbe dovuto oggi discutere con lui del suo ultimo libro, La vita e i giorni – sulla vecchiaia: Umberto Galimberti; indisposto, non ha potuto partecipare all’incontro ed è stato sostituito da Antonio Gnoli che, come ha ammesso lo stesso Bianchi, è riuscito con le sue domande a colpirlo nel profondo e farlo aprire liberamente con il pubblico.

Questa la riflessione centrale: la morte può sopraggiungere in qualsiasi istante, in gioventù, in età adulta e, come è naturale che accada, durante la vecchiaia. Bisogna tuttavia aggiungere “vita ai giorni, e non giorni alla vita”, riempire il tempo che abbiamo a disposizione di affetti, amicizie, gioia da dare agli altri, scelte: in questo modo non sarà sprecato. Ecco perché l’autore si dichiara contento della vita che ha avuto, una vita colma di ciò che lo ha reso felice, una vita a cui è insaziabilmente attaccato, per la quale ringrazia il Signore di averlo creato.

Chi si trova a metà della propria esistenza e se la trova di fatto stroncata prematuramente, però, rimane però con dubbi e incertezze insolubili: l’autore ha portato come esempio personale la morte della madre trentenne che, ormai avanti nella malattia e conscia della sua situazione, si chiedeva cosa avesse di fatto concluso e si interrogava sul futuro incerto del suo unico figlio. L’incompiutezza è, appunto, ciò che rimane da accettare con difficoltà, la sensazione di aver cominciato qualcosa che non si riuscirà mai a portare a termine, il limite della condizione umana. Per affrontarla si deve “lasciare la presa”, espressione che Bianchi spiega ricordando quando scoprì di fare fatica a salire le scale o di avere un inizio di sordità: fu necessario rassegnarsi a queste limitazioni e andare avanti.

Niente modelli quindi, per questo libro, né Cicerone né Seneca da commentare, ma solo lo specchio fedele delle vicende di cui Enzo Bianchi è quotidianamente protagonista e che lo aiutano a comprendere come ormai egli non sia più lo stesso di qualche anno fa, ad accettarlo e a lasciare la chiave della felicità alle generazioni più giovani: più vita ai giorni della vostra vita.

Giacomo Bosco, Silvia Bracco