Socchiudo gli occhi, e un bagliore di speranza mi solleva l’anima; forse sto sognando, forse è solo un incubo, forse non è tutto vero!
E invece no. Invece sono qui, immobile, tra il rumore dei corpi che cadono come petali di un fiore appassito e quello delle ciminiere.
Sento sulla mia pelle fradicia di morte il cuore che smette di pulsare. Sento l’inferno sotto i miei piedi..unico luogo degno di essere vissuto, unico rifugio per un uomo che non può amare la vita, che percorre un cammino verso il buio infinito.
Io, che ho come unico lume la speranza che nella storia questo racconto disilluso si perda come l’ inchiostro delle pagine di un libro sotto l’acqua scrosciante di un temporale. L’inferno non è solo sotto i miei piedi, ma ruota tutt’intorno a me, un vortice di dolore, di lacrime, un turbine di disperazione sudicio di sangue.
Nelle mie mani sento i fili delle trame di milioni di corpi ormai senz’anima; mille storie, mille gioie, dolori, donne, uomini, bambini e anziani in balia della crudeltà, la mia.
Lo faccio, lo rifaccio, lo faccio ancora; lo faccio e non so perché, lo faccio e muoio dentro.Sentirsi un dio, poter scegliere ma non farlo, non più ormai.
Guardo volti impietriti, ignari ma terribilmente consapevoli. Vedo dinnanzi a me un teatro macabro di uomini che recitano in silenzio la loro morte.
Voglio piangere, lo voglio davvero, ma non ho lacrime.
Vedo quel bambino, è proprio davanti a me..devo scegliere anche per lui? No. Non posso, vedo nei suoi occhi mio figlio, vedo le scelte che non potrà mai fare, dove andare, chi sposare, chi diventare.. vedo i suoi figli, i suoi nipoti, tutti fantasmi intrappolati nel mondo del futuro. Un mondo diverso, un sipario che per lui non si aprirà mai.
Piangi?..non farlo! So che tutto questo è troppo per te. So che la tua innocenza non può comprendere questo mondo di bruti che come tanti soldati del male decidono della vita degli altri, decidono cosa sia giusto e cosa no.
Perché lo faccio? Perché ho venduto la mia anima al diavolo; perché so che in questo mondo, oggi, non c’è spazio per tutti e due.”
Alessia Antoniolli 4c
Antologia della Memoria realizzata dai ragazzi del Liceo Scientifico Grigoletti di Pordenone