Ultradestra è il titolo dell’ultimo libro del politologo Cas Mudde, edito da Luiss, e oggetto del dibattito che si è tenuto questo pomeriggio in occasione di Internazionale a Ferrara. La discussione è stata moderata dalla giornalista Annalisa Camilli e ha visto come relatori l’autore e la politologa Nadia Urbinati; i due si sono concentrati su un’analisi circa l’aumento di consensi nei confronti di partiti di destra radicale. Partendo dai recenti fatti che hanno interessato gli Stati Uniti, definiti <<una delle democrazie più violente del mondo>>, Mudde ha evidenziato la differente reazione della polizia nei confronti dei rivoltosi rispetto alle manifestazioni del movimento Black Lives Matter. Nadia Urbinati presenta il libro di Mudde come un vademecum dell’espressione dell’estrema destra negli Stati occidentali e sottolinea il fatto che la presenza di quest’ultima nel panorama politico europeo sia dovuto a un passato di regimi totalitari; negli Stati Uniti, invece, è conseguenza di una sua istituzionalizzazione della violenza che ha due radici: la presunta legittimità di Trump al potere e l’etnocentrismo, che porta a considerare cittadini americani solo i discendenti bianchi dei padri fondatori. Proprio riguardo alla questione europea, Mudde puntualizza come il termine “fascismo” sia indicativo di una precisa ideologia e non sia applicabile ad ogni movimento antidemocratico bianco. Ci troviamo davanti ad una quarta ondata di destra radicale, iniziata con lo sdoganamento delle sue ideologie nel XXI secolo, a differenza del scenario post bellico, in cui la tendenza era di relegare questi movimenti ai margini della politica.
Mudde sostiene che l’ascesa dell’ultradestra a partire dagli anni ‘80-’90 sia in stretta correlazione con la de-ideologizzazione dei partiti socialdemocratici, che hanno assunto un atteggiamento di pragmatismo in campo socio-economico, un approccio redditizio in tempi di stabilità, ma che svela un vuoto ideologico davanti alle crisi. Per esempio, la classe lavoratrice italiana, davanti alla crescita della disoccupazione conseguente alla crisi del 2008, non ha trovato appoggio nei governi di centrosinistra. Si è rivolta quindi alla destra radicale rappresentata dalla Lega Nord di Salvini, un partito che assume un atteggiamento fortemente identitario e nazionalista. Inoltre, condivide con i Paesi del Sud Europa una tendenza misogina e omofoba che sembra connotare la destra del Nord Europa e degli Stati Uniti in modo più lieve.
L’attenzione si è quindi spostata sui recenti provvedimenti di Twitter e Facebook, che hanno eliminato dalle loro piattaforme i profili di Trump, fornendo uno spunto di riflessione sul ruolo dei social media nell’ascesa politica dell’ultradestra, definiti da Mudde <<catalizzatori>> di fenomeni. Essi, nascendo nei social, penetrano nei mezzi di informazione tradizionali come televisione e radio. I politici della destra radicale sono stati lungimiranti nell’utilizzo proficuo dei social media, ponendo le basi per teorie del complotto come quella americana di QAnon. Questi movimenti cospirazionisti alimentano lo scetticismo generale nei confronti della pandemia e dei vaccini, radicalizzando queste posizioni. Tuttavia, Mudde non ritiene che essi rappresentino un tangibile pericolo elettorale, in quanto spesso non si interessano del voto, ma siano più una minaccia per l’ordine pubblico.
In seguito alle dichiarazioni anti scientifiche emerse sulle piattaforme digitali, si prospettava una caduta dei consensi di alcuni politici di ultradestra, soprattutto in Italia dove i leader Salvini e Meloni hanno assunto un atteggiamento ambiguo nei confronti delle misure anti-contagio. Secondo previsioni future, questa si rivelerà un’attenta strategia politica per formare un nuovo governo e poter fronteggiare la crisi economica al termine dell’emergenza sanitaria.
Dunque, dal motto americano <<Nevermore>> che scongiurava la sua futura diffusione nel panorama politico mondiale dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’ultradestra è stata in grado di rianimarsi e riappropriarsi della maggioranza politica, configurandosi come un vero e proprio fenomeno internazionale.
Alessia Ferraris; Chiara Rodella; Sara Ramello – Liceo Alfieri, Torino
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