Appena si entra nel padiglione 5, si nota il dominio incontrastato del colore bianco accompagnato su alcune pareti, da figure geometriche colorate, dalle piú disparate, tra cui triangoli, trapezi e forme tridimensionali. Ci siamo rivolti ad Anna Pironti e Paola Zanini che fanno parte del Dipartimento di Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e che ormai da 20 anni collaborano con il Salone occupandosi dell’allestimento dei padiglioni, per avere chiarimenti riguardo tale scelta. ”Ogni anno l’allestimento del Bookstock Village si relaziona con il progetto generale del Salone, quest’anno Nicola Lagioia ci chiede di essere visionarie” afferma Anna Pironti e insieme hanno sempre cercato di portare i contenuti e le pratiche dell’arte, l’idea di qualcosa di reale. Per loro il dispositivo che poteva maggiormente corrispondere a suggestioni di questo genere poteva essere il caleidoscopio, quindi, la scelta é ricaduta sulla rappresentazione di visioni caleidoscopiche: ”Non guardiamo solo da un foro, ma entriamo e ci lasciamo sedurre dalla molteplicitá visionaria”, segno che l’osservatore é direttamente proiettato all’interno di una realtá non unitaria,ma frammentata, vivendola da protagonista. ”L’arte non é mai fine a se stessa ma serve ad ampliare lo sguardo, la mente, la conoscenza” risponde la Pironti alla domanda che riguarda l’arte tra le 5 del Salone e lo scopo principale quest’anno é lavorare sull’immaginazione partendo dai bambini che vengono coinvolti attivamente, chiamati a far parte del processo creativo attraverso laboratori appositi. A questo proposito le responsabili ci anticipano che i lavori svolti dai bimbi verranno appesi giorno per giorno nel padiglione, andando ad arricchire le pareti bianche e soddisfacendo sicuramente l’occhio dei visitatori e le aspettative del direttore.

 

Luca Pasin e Matilde Baiardi