Nello Spazio Internazionale alle ore 16.30 Wolfram Fleischhauer ha presentato il suo ultimo libro Il bosco silenzioso, un giallo culturale, ovvero un libro di suspense che ha comunque un contenuto di spessore da comunicare: il passato tedesco che non può rimanere sepolto.

L’incontro si è svolto tramite una conversazione tra l’intervistatore Mario Baudino e Wolfram Fleischhauer, scrittore tedesco, sulla storia raccontata nel suo libro. Vengono raccontati i sentimenti contrastanti che Anja Grimm, studentessa di scienze forestali, prova quando torna per svolgere un tirocinio nella remota località della Baviera dove un tempo ha passato le vacanze estive con la famiglia: nella particella di bosco che lei sta analizzando, infatti, è scomparso vent’anni prima suo padre senza lasciare tracce. La protagonista é tornata in quel luogo per cercare la veritá sulla scomparsa del padre, una verità che il piccolo villaggio vicino al bosco tenta ostinatamente di nascondere.

Il romanzo ripercorre la dolorosa domanda: “Macchiarmi del crimine del silenzio oppure accusare chi mi è caro di ciò che ha commesso?”. Ogni giovane del villaggio non sa se accusare i propri nonni della strage che avvenne del campo di concentramento Flossenburg oppure fare finita che nulla sia successo.

Anja vuole delle risposte, ma allo stesso tempo non vuole giudicare l’intera Germania per il fardello di colpe che si porta dietro, e in un certo senso anche lei si sente complice per il solo fatto che é tedesca. Ma come puó una persona sentirsi colpevole per qualcosa che non ha fatto?

Il bosco é il vero protagonista. Un luogo sempre caro ai tedeschi che lo vedono come qualcosa con cui confrontarsi e dove trovare serenità. Il titolo del libro é Il bosco silenzioso ma forse così tanto silenzioso non é: rappresenta una guida per Anja, un’entità sempre presente che pian piano scopre i fari segreti di cui é a conoscenza.

L’autore del libro cita più volte Goethe e sottolinea in particolare una sua frase, ” Tra giustizia e ordine, é preferibile l’ordine”, quello che forse hanno fatto gli abitanti del villaggio che, per non sconvolgere l’ordine sociale, hanno taciuto il crimine commesso dai loro padri. Mantenendo con così tanta costanza l’ordine, é però andato perso il senso di giustizia e quello di umanità.

In conclusione attraverso una serie di osservazioni di Mario Baudino su alcuni temi affrontati nel libro, si sono potuti capire meglio alcuni passaggi dell’autore sulla ”necessità” di tenere all’oscuro delle verità essenziali e sull’importanza di scoprire il passato.

Caterina Lollini e Sara Meneghini