Nella mattinata di sabato 12 ottobre 2019, gli studenti delle scuole coinvolte nella nona edizione del premio Bottari Lattes Grinzane hanno assistito all’incontro con gli autori e hanno avuto l’opportunità di porre loro domande riguardo i libri in gara.
Uno dei cinque finalisti era Roberto Alajmo con ‘L’estate del 78’. Lo scrittore, nato a Palermo, all’età di diciotto anni saluta inconsapevolmente per un’ultima volta sua madre nella caotica città: è da questo tema centrale che partono tutte le riflessioni sulla sua vita. Dopo anni di pensieri scritti per sfogo personale e poi abbandonati, egli, grazie all’aiuto della sua compagna, riesce a trovare la forza per riordinare le vicende del suo passato. Questo libro ha un effetto ‘autoterapeutico’ infatti riesce a far metabolizzare e ad accettare ad Alajmo le brutte esperienze della sua infanzia.
La stesura del romanzo nasce da una prefazione nella quale è presente un’ ‘invocazione alla musa’ indirizzata all’autore del libro che, “come la salamoia che insaporisce le olive, ma al momento di mangiarle viene tolta”, su consiglio dell’editore Antonio Sellerio viene omessa. In seguito alla pubblicazione, lo scrittore, girando l’Italia per presentare il suo libro, si è reso conto che la sua scrittura è universale, infatti i lettori sono riusciti a ritrovarsi nelle sue riflessioni. Ha Inoltre scoperto che il farmaco (contenente sostanze che creano dipendenza) che assumeva la madre ha rovinato la vita a molte persone di quella generazione.
Un libro che ha dato molto ai lettori, grazie alla capacità di analisi di situazioni e pensieri.
Federica Basilicata, Irene Sartor e Daisy Chiarotto, Liceo “M. Grigoletti” di Pordenone
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