Oscar Glioti alle 17.30 ha presentato la nuova edizione del suo libro Fumetti di evasione. Vita artistica di Andrea Pazienza pubblicato nel 2010 e ristampato nel maggio 2018: viene raccontata  attraverso i suoi fumetti di maggior successo  la vita di Andrea Pazienza, un fumettista degli anni ’70 e ’80. La prima parte della presentazione è stata dedicata a una breve introduzione dell´artista,dall’infanzia alla prematura morte all’età di 32 anni; Pazienza  nasce ad Ascoli Piceno il 23 maggio del 1956, figlio di un professore di educazione artistica.Fin da piccolo dimostra uno straordinario talento nel disegno che lo porta alla vittoria di un concorso di pittura all’età di 13 anni contro persone più esperte del settore. La giuria era così incredula del risultato di quel bambino prodigio che gli viene chiesto di riprodurre di nuovo  il quadro davanti a tutti; durante la sua giovane carriera realizza anche delle scenografie per il Teatro Verdi di San Severo in Puglia.

Dopodiché si iscrive al liceo artistico dove si dedica alla sua grande passione e dal 1973 inizia a esporre i suoi lavori in mostre collettive, ma anche individuali. Nel 1974 si iscrive al DAMS di Bologna, primo corso di laurea di ambito artistico  ad essere stato fondato in Italia. Tre anni dopo, in occasione del Movimento del ’77 pubblica il suo primo fumetto Le straordinarie avventure di Pentothal, una sorta di autobiografia in cui il giovane protagonista vive gli anni delle contestazioni al sistema dei partiti e dei sindacati: è la prima volta, dice Glioti, che un fumetto italiano rappresenta una realtà politica. Dopo Pentothal Pazienza si dedica a Zanardi, un personaggio caratterizzato da grande cinismo e scarsa empatia, che segna così la fine della sua autobiografia: in questi anni il fumettista va incontro a una grande fama che lo porta ad avvicinarsi alle droghe, in particolar modo all’eroina da cui non riesce a disintossicarsi completamente. In pochi anni viene quasi del tutto emarginato dal panorama artistico e il 16 giugno 1988 muore improvvisamente a Montepulciano.

Federica Balia e Stefano Serafino