La prima impressione è quella che conta, e ottima è stata quella data da Atiq Rahimi alla conferenza stampa svoltasi prima dell’apertura ufficiale della 24 edizione di “Dedica Festival”. L’incontro, tenutosi nel primo pomeriggio di sabato 10 marzo all’hotel Moderno di Pordenone, ha permesso ai giornalisti presenti di entrare nell’universo dell’autore, che con i suoi libri e i suoi film racconta al mondo la realtà del suo Paese natio: l’Afghanistan. Un Paese la cui cultura predilige la poesia e lascia in disparte il romanzo, mezzo che Rahimi sceglie per descrivere la sua terra, coniugando la tradizione afghana con quella occidentale. Il rapporto tra queste due forme letterarie è un “continuo andirivieni”, spiega l’autore, che rappresenta il suo personale essere contemporaneamente in due luoghi diversi.
Non solo scrittore, Rahimi è anche cineasta, infatti la sua carriera inizia con la produzione di film e documentari anche relativi ai suoi scritti. Lui definisce il cinema come “coccola al proprio ego”, al quale la scrittura tira delle forti “sberle”, mettendo l’autore di fronte alle proprie insicurezze.
Inusuali sono, inoltre, i punti di vista adottati da Rahimi per raccontare le sue storie: dà voce alle donne e ai giovani, i quali vengono solitamente emarginati nella cultura afghana, ma che secondo lui sono le due vere forze che animano il Paese.
Atiq Rahimi: un autore dalle mille sfaccettature che pone al centro gli inascoltati.
Federica Costalonga, Francesca D’Amelio, Chiara Leorato, Adele Marzotto, Liceo Scientifico M. Grigoletti di Pordenone
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