Lo scorso venerdì sera il Salone del Libro ha organizzato un interessante incontro con Donna Haraway, filosofa statunitense ed esponente di spicco del pensiero femminista contemporaneo tra cui ricordiamo la sua teoria cyborg.
Agli ascoltatori è stata data l’opportunità di comprendere a fondo i diversi temi toccati nel suo ultimo saggio Chthulucene: come sopravvivere su un paese infetto grazie anche alle domande della giornalista Loredana Lipperini e della traduttrice della versione italiana del libro, Claudia Durastanti. La conferenza ha avuto inizio con un gesto di Donna Haraway che ha sicuramente lasciato interdetti gli spettatori meno familiari con le sue teorie: un pupazzo a forma di polpo posizionato sulla sua spalla.
Proprio così è stato introdotto il tema dello Chthulucene, un pensiero tentacolare e multidirezionale: l’era dell’essere di e dentro la Terra nella sua complessità costruendo operose relazioni di solidariedà inter-specie. Un tema quanto mai attuale durante la pandemia causata dal coronavirus. Questo drammatico momento dovrebbe infatti essere considerato come un segnale, secondo Haraway, di come il nostro stile di vita abbia creato un pianeta più vulnerabile alle pandemie. Dovremmo rifiutare l’anti-intellettualismo, o le metafore della guerra secondo cui il virus è un nemico da neutralizzare: l’educazione scientifica dovrebbe piuttosto insegnarci ad interpretarlo come un segno, un segno del superamento dell’eccezionalismo umano.
Un problema, quello della sostenibilità e della riabilitazione del pianeta Terra che si interseca anche con quello della sovrappopolazione del pianeta Terra. Una questione complessa, da affrontare secondo il dibattito femminista proposto dalle intervistatrici e dall’autrice senza sconfinare nella biopolitica e nel controllo dei corpi. La conferenza si è così conclusa affrontando il tema dei diritti e della giustizia riproduttiva e dell’autonomia sessuale in uno stretto nesso teorico tra femminismo, crisi ecologica ed anticapitalismo.
Marta Atzei e Andreea Quaglia, Liceo Alfieri di Torino
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