“La più vera ragione è di chi tace”. Con questa frase di Eugenio Montale si è aperta la conferenza tenutasi nella Sala Blu del Salone del libro riguardante il tema del silenzio.
Paolo Di Paolo, giornalista e scrittore, si è occupato di introdurre e presentare Bice Mortara Garavelli e Marcello Kalowski, autori rispettivamente dei libri “Silenzi d’autori” ed “Il silenzio di Abram. Mio padre dopo Auschwitz”.
Bice Mortara Garavelli, linguista italiana, ha affrontato il tema del silenzio collocandolo in varie epoche e periodi storici attraverso l’utilizzo di numerose citazioni, affermando che la mancanza di parola non deve essere considerata negativamente, ma come un linguaggio di infinite interpretazioni. Ha inoltre affermato di non essere affatto spaventata dal silenzio, dato che è sempre interpretabile, fornisce numerosi spunti di creatività, è appagante e non deve essere visto come una limitazione, bensì sotto forma di libertà.
In seguito Kalowski, raccontando il mutismo del padre causato dal trauma dei campi di concentramento, ha illustrato brillantemente quanto sia arrogante tentare di interpretare a fondo un tale silenzio, che lui si è permesso di scalfire attraverso il suo libro. Riguardo tali riflessioni, Bice Mortara Garavelli ha valorizzato l’intervento di Kalowski individuando quattro silenzi differenti in riferimento al tema della Shoà: il silenzio della vergogna, dell’orrore, il silenzio della colpa ed il silenzio della mancanza di senso.
In conclusione lo scrittore rivolgendosi al pubblico ha incitato a partecipare attivamente alla memoria, che non va vista solamente come un ricordo, ma piuttosto come un’azione vera e propria.
Greta Baravalle, Giacomo Bottero
#RedazioneAlfieri
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