È stata una chiacchierata, quella con Erri De Luca, una chiacchierata sulla sua Napoli, una Napoli sospesa nel vuoto delle sue gallerie sotterranee fatte di pensieri e di tufo. Il tufo è appunto una delle sue “Parole Indelebili” che è anche il titolo dell’incontro che si è tenuto oggi nella Sala Gialla. ” I poteri stanno ai napoletani come l’intonaco sta al tufo: salta”.
Dalle sue parole traspare un grande amore per il sud, che rappresenta gran parte delle cose che sono importanti per lui, e un grande amore soprattutto per la sua città alla quale il concetto di sud sta un po’ stretto. Erri de Luca spiega di come tutti i punti cardinali non siano uguali: c’è più sud che nord, perchè il sud va in realtà da Napoli all’Antartide.
Racconta inoltre di come Napoli sia stata fondata dai Greci ma governata dagli Spagnoli e che nonostante il banale nome (Nea polis/ nuova città) abbia sempre cercato in tutti i modi di distinguersi e di rendersi inconfondibile.
Non poteva non fare una parentesi sul dialetto napoletano di cui dice che “da loro” non si pronuncia mai l’ultima vocale e le parole rimangono sospese così come gli abitanti. Gli si dà più enfasi. (“A Napoli non c’è chi ha, c’è chi tiene. Non c’è il c’è, ma c’è il ci sta.”). L’autore dice inoltre che l’Italiano è un fiume: sta in basso ed è arrivato dopo, per questo è lento a differenza dei dialetti che sono affluenti di questo grande fiume e lo rendono diverso, colorato ed elastico.
Per concludere, Erri de Luca racconta quanto è importante per lui l’udito, acquisito proprio grazie a Napoli, nello scrivere, infatti questo lo influenza e lo aiuta a comunicare. “Per mia madre il fatto che fossi stonato era più grave di qualunque altro deficit”.
Francesca Ferraris
Camilla Brumat
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