Alfonso Botti introducendo il suo saggio “Clero e guerre spagnole in età contemporanea”, grazie anche all’intervento di Maurilio Guasco e Gabriele Ranzato, ha ripercorso la storia del clero spagnolo e della sua azione violenta e armata che durante la guerra civile ha mirato a schiacciare la spinta rivoluzionaria proveniente dal popolo, quasi sembrando “cappellani della Milizia fascista”.
Il clero contro la Repubblica spagnola, contro le misure di vendetta e punizione che quest’ultima aveva deciso di attuare per limitare, attraverso una politica anticlericale, il potere della Chiesa, che si sentiva così violata, diede inizio al periodo della guerra civile che vedeva scontrarsi una parte del popolo sostenitrice del governo franchista e l’altra anticlericale.
La Repubblica di Spagna del 1931 attuò così alcune misure che investivano e colpivano la libertà di culto, proibivano l’insegnamento grazie all’articolo 26 della Costituzione, davano la possibilità allo Stato di decidere quali manifestazioni religiose potevano avere luogo e nazionalizzavano i beni ecclesiastici, per poter limitare questa invadente e superflua autorità.
Una guerra basata sulle passioni: da una parte Franco e il desiderio di poter manifestare liberamente i propri sentimenti religiosi e quindi combattere una “crociata”, dall’altra l’anticlericalismo della sinistra spagnola. Una sinistra che puntava alla distruzione di uomini e cose, mediante atti sacrileghi, per mettere a tacere una Chiesa che aveva tradito la missione. Un anticlericalismo fatto più di passioni, che di convinzioni, contro l’Istituzione ecclesiastica, che pensava di essere dalla giusta parte, ma che in realtà credeva di più nel mitra che nella croce e che come esperti cecchini, sparava dall’alto dei campanili sui rivoluzionari.
Pirazzini Cristina
Progetto Galeotto Fu Il Libro
Liceo Classico Ariosto, Ferrara.
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.