Le dittature e dei governi autoritari del Medio Oriente stanno limitando le vite dei cittadini del mondo arabo e africano da ormai troppo tempo. Migliaia di persone stanno scendendo nelle strade per rivendicare libertà, pace, giustizia sociale e democrazia. Si tratta di grida e richieste non violente, che i media trascurano dando maggiore importanza alle politiche violente dei governi e agli attacchi terroristici dei movimenti estremisti. Questi sono i temi trattati all’incontro “Con le armi della non violenza” tenutosi al festival di Internazionale di Ferrara domenica 6 ottobre.
In Algeria ogni martedì e venerdì la popolazione protesta mantenendo vivo un senso di orgoglio e di solidarietà, con il desiderio di guardarsi di nuovo allo specchio dopo che la guerra civile li ha privati di autostima e dignità. Questo per l’Algeria è un momento di rinascita, speranza e partecipazione politica. Inaspettatamente, i gruppi islamisti si tengono in disparte e a manifestare sono in maggioranza i giovani.
In Sudan le piattaforme social venivano usate per divulgare e organizzare le proteste contro il governo, di conseguenza lo Stato ha bloccato il funzionamento di internet in tutta la regione. La popolazione ha reagito tornando agli SMS, aggirando così il sistema e dimostrando che bloccare la rete non avrebbe fermato la loro lotta.
Le donne hanno giocato un ruolo fondamentale durante tutte queste manifestazioni. In Algeria sono scesi nelle strade gruppi femministi provenienti da tutti i ceti sociali e di tutte le età, rivendicando non solo libertà e democrazia, ma anche pari diritti di genere. Inizialmente alcuni progressisti si sono opposti alle loro richieste, considerandole un problema secondario di fronte all’obiettivo di raggiungere un governo democratico. I movimenti femministi però non hanno smesso di combattere, e oggi i loro slogan sono parte del patrimonio dei manifestanti. Anche in Sudan le donne si sono unite ai cortei manifestanti, rivendicando la loro posizione prima della dittatura di Omar Al-Bashir. L’immagine della protesta antigovernativa è diventata Alaa Salah, una ragazza ventiduenne che, vestita con l’abito bianco tradizionale e gli orecchini d’oro a forma di luna, ha incitato la rivolta.
Queste proteste pacifiche dimostrano che anche con la non violenza si possono raggiungere degli obiettivi e che le armi non sono la chiave dal cambiamento.
Agnese Cavazzini, Liceo Ariosto
Letizia Capezzuto, Liceo Alfieri
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