Si apre al buio, con la copertina del libro “Una metamorfosi iraniana” di Mana Neyestani proiettata sul grande schermo del cinema Apollo, l’incontro condotto da Igiaba Scego che ha visto come ospite proprio l’autore di fumetti iraniano. “Come sei diventato fumettista?” é la prima domanda di Igiaba Scego; la risposta, in tono un po’ ironico, ci rivela che Nama ha la passione per il disegno sin da quando era piccolo. Possiamo dire che la sua famiglia ha sempre respirato cultura in quanto suo padre era poeta e suo fratello è sempre stato la sua fonte d’ispirazione perché anche lui era un artista.
La sua carriera é iniziata con pubblicazioni in una rivista di taglio prettamente economico, c’è da dire però che allora l’Iran era un regime teocratico, quindi esprimere le proprie idee, che andavano contro la religione o seguivano un pensiero politico diverso da quello che era presente al Governo, era impossibile.
Le proprie idee non si potevano esprimere direttamente, ma solo attraverso metafore che rimandavano ad una critica indiretta. Solo per un breve periodo nel ’95, poiché il clima politico era migliorato, fare satira non era più cosi pericoloso.
Nel 2000 la situazione é velocemente degenerata e, a causa di una parola che ha usato in una rivista per ragazzi, é stato arrestato.
Dopo aver parlato della sua vita, senza però svelare troppo per non rovinare la lettura della graphic novel, risponde alla domanda di Igiaba sul grande uso dell’ironia, definendo i suoi personaggi paciocchi. Mana crede infatti che lo humor si possa trovare nelle piccole cose, anche le più semplici che spesso sono sotto gli occhi di tutti, e che sia necessario per avvicinare le persone ai temi scomodi di attualità.

Alessandra Cordiano, Liceo Classico Alfieri
Virginia Ferrari, Liceo Classico Ariosto