“L’uomo è ciò che mangia”
(Ludwig Feuerbach)
Se è vero che l’organismo -prima o poi- restituisce all’individuo ciò che quest’ultimo gli instilla, la massima del celebre pensatore tedesco sopra riportata è altrettanto veritiera. Quella del veganesimo è una questione delicata e assai controversa, che si presta facilmente a strumentalizzazioni di ogni genere. Dunque, affrontare la tematica nella cornice di prudente ponderazione intellettuale del Circolo dei Lettori, ospitando Bruno “Red” Canzian (noto polistrumentista dei Pooh) e la figlia Chiara -vegano lui e vegetariana lei – può costituire un’interessante occasione di confronto. O almeno, l’intento degli organizzatori era senz’altro questo. In realtà, la presentazione del libro “Sano Vegano Italiano”, scritto appunto dai due ospiti di giornata, si è trasformata ben presto in un rendez-vous dal valore culturale altalenante, se non addirittura inesistente. Dati scientifici inerenti alla corretta alimentazione, peraltro condivisibili anche da un non-vegano e già pubblicati in ricerche pluriennali sulla dieta mediterranea, si alternano ad affermazioni del tutto arbitrarie. A partire dal fatto che il musicista trascuri molto spesso di citare fonti attendibili nella propria presentazione multimediale, durante l’incontro aleggia quell’ombra mistificatoria basata sulla disinformazione che, nella maggior parte dei casi, gioca a sfavore proprio della filosofia alimentare in questione: laddove i riscontri forniti si dimostrano poco chiari, si insinua il legittimo dubbio. Attenzione, come detto in precedenza, non tutte le teorie proposte sono infondate. Alcune, relative in larga parte alla necessità di una moderata assunzione di carni, sono anzi condivise all’unanimità dal panorama scientifico internazionale. Però, tanto per cominciare, il maiale non è -testuali parole- «vegetariano», bensì è un animale onnivoro. Allo stesso modo, non si finisce in acidosi per un bicchiere di latte! Inoltre, appena il pensiero dell’autore è corroborato da studi clinici e scientifici -come nel caso in cui viene sfatato il falso mito che i latticini siano indispensabili per la calcificazione ossea di chiunque- si scivola bruscamente verso la generalizzazione, omettendo il particolare a dir poco importante che il latte sia uno degli alimenti più indicati per la nutrizione di neonati e bambini. E’ chiaro che si sta parlando di latte materno, ma la statuaria sicurezza con cui il musicista ha affermato che la regolare assunzione di tale bevanda debba terminare dopo lo svezzamento presenta un non so che di imbarazzante. Perlomeno, il buon Red ha avuto il buonsenso e l’accortezza di non rispondere alla domanda di una signora, presente in sala, che chiedeva indicazioni su come indirizzare il proprio nipotino di soli 5 mesi verso una dieta vegana. Ha però voluto riportare alla mente l’episodio del bimbo a cui i genitori avevano somministrato un’alimentazione di sola frutta e verdura; a detta di Canzian, con cui questa volta bisogna convenire, i media hanno enfatizzato soprattutto questo aspetto della vicenda, ignorando che il neonato fosse cardiopatico. Dunque, secondo le sue parole, i genitori sarebbero stati solo un tantino «imbranati» nel gestire la nutrizione del figlio. E’ immediato ribattere che a maggior ragione, essendo consci dei problemi di salute del bambino, non avrebbero dovuto imporre tale regime alimentare senza il parere di un medico. Accettata la polemica dell’autore sugli allevamenti intensivi, molti dei quali paragonati non a torto ad autentici lager per animali, vanno segnalati altri momenti dell’incontro -un’ora e mezza circa in totale- di appiglio culturale decisamente molto basso. Tra questi, un maldestro e raccapricciante tentativo di dimostrare la non compatibilità dell’uomo con la carne animale, spiegato attraverso una grottesca pseudo-analisi della dentatura di un uomo, comparata a quella di un lupo. Guardando le immagini proposte, è pressoché immediato evincere che i denti carnassiali ferini siano morfologicamente diversi dai loro analoghi nell’uomo (canini e premolari), ma ci sarà un motivo, caro Red, se riesco a divorare una bistecca senza ritrovarmi ogni volta ad intestare un assegno al mio dentista. C’è stato tempo addirittura per scomodare Umberto Veronesi, a cui è stata attribuita una frase contro le lobby e le multinazionali alimentari, che l’oncologo -notoriamente vegetariano- avrebbe riferito in confidenza a Red, del quale era grande amico; si trattava di una sostanziale critica agli interessi dei lobbisti e all’asservimento delle masse da loro esercitato. Tale affermazione era rimbalzata -manco a dirlo- sui social network, nonché su siti “anticasta”, salvo poi essere smentita da persone molto vicine al celebre medico*. A proposito di social, vero che avete presente quelle snervanti immagini di animaletti, cuoricini e tazze di caffè che appestano le bacheche Facebook di mezzo mondo? Ecco, non poteva mancare un’idilliaca foto di un piccolo bambino photoshoppato (o forse no, ma che importa) assieme ad un cesto di fragole e, sai che novità, ad un coniglietto. Secondo il ragionamento di Chiara Canzian -che sfida i più estremi sillogismi aristotelici- in base ad un principio innato non meglio definito, il pargolo si sarebbe spontaneamente avventato sulle fragole, piuttosto che sull’animale. Non per ostentare troppa disillusione, ma è probabile che il cucciolo d’uomo, a quell’età, non sia ancora in grado di cucinare, perciò non è così sorprendente che prediliga un cestello di dolci fragoline di bosco. In caso contrario, il bimbo sarebbe già diventato campione di un qualche talent show di cucina rivolto alle giovani promesse. Non suscita altrettanta tenerezza, invece, lo spettacolare paradosso in cui si inceppa nuovamente la figlia di Red; in un primo momento condanna senza appello i precongelati, per poi suggerire ad una signora di ovviare allo scarso tempo a disposizione per cucinare con una semplice rovistatina nel banco frigo delle verdurine. Ok, ora è proprio il caso di dirlo: siamo alla frutta.
*:si veda a tal proposito il seguente link: http://www.queryonline.it/2013/07/10/veronesi-non-lo-ha-mai-detto/
Precisazione: l’intento polemico degli autori di questo articolo non è fondato sulla cieca stigmatizzazione del veganesimo, né tantomeno dei suoi seguaci, bensì sulla volontà di mettere in luce le evidenti contraddizioni emerse durante la conferenza.
Alessandro Tassini, Matteo Zangheri, Liceo Classico Musicale “C.Cavour”
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