“Yo soy subversiva”

Così Gioconda Belli definisce se stessa. Da sempre in prima linea per difendere il suo amato Nicaragua, per la libertà di ognuno, contro qualsiasi forma di violenza, in particolare quella contro le donne, facendosi negli anni numerosi nemici che non l’hanno intimorita, anzi le hanno dato una ragione in più per combattere e porsi attivamente durante la rivoluzione sandinista negli anni ’70.

In questo modo si è presentata l’autrice agli studenti di varie scuole del pordenonese che il pomeriggio del 14/03/19 hanno avuto la possibilità e il piacere di incontrarla e porle alcune domande.

Durante il suo discorso ha raccontato di come sia iniziata la sua carriera di scrittrice. All’età di 20 anni ha iniziato a comporre le prime poesie che da subito hanno creato scandalo nella sua famiglia e in tutta la città di Managua: i temi affrontati risultavano infatti scandalosi. Si trattava di poesie che parlavano del ruolo della donna, della sua emancipazione, del suo corpo e della sensualità, temi che all’autrice non parevano scandalosi, tutt’altro.

Ha poi parlato dei modelli che l’hanno ispirata ovvero il nonno materno e la madre, che sin dall’inizio l’hanno avvicinata alla lettura, l’hanno incoraggiata a emergere, a non rimanere nell’ombra.

Parlando della sua vita, ha poi affermato di non pentirsi minimamente delle sue esperienze, anzi ha spronato gli studenti a vivere la vita intensamente, senza rimpianti, e a fare tutto ciò che ritengono utile e importante per il buon funzionamento del mondo.

Gioconda Belli ha infine affrontato argomenti di grande attualità, quale quello della violenza contro le donne. A questo riguardo ha affermato che il problema sta negli uomini, che non comprendono che la figura della donna è fondamentale e che un mondo in grado di garantire uguali diritti ai due sessi sarebbe di gran lunga migliore di quello in cui ora viviamo.

Al termine dell’incontro l’autrice si è resa disponibile per le consuete foto e per gli autografi e ha concluso affermando che sono i giovani che devono impegnarsi per il futuro, in modo attivo, senza pensare che sia troppo tardi per cambiare le cose.

Camilla Frara, Mark Marianello, Liceo Scientifico M. Grigoletti