Accantonate per un istante la sublime tradizione poetica italiana, quella che ha emesso i suoi primi vagiti con i sonetti di Giacomo da Lentini, impreziosita e ampliata dallo stilnovismo dantesco, interiorizzata dal Romanticismo e dal Decadentismo, svincolata da qualsiasi costrizione metrica durante il Simbolismo, proiettata in una nuova dimensione dal Futurismo, ecc.
Provate a pensare ad una poesia che nasce dalla strada, nella società contemporanea, dalle idee di persone comuni, che la concepiscono perlopiù come espressione o glorificazione della comunità, anziché del poeta. Ed ora, pensate alle stesse persone, che si mettono in gioco l’una contro l’altra, per sfidarsi a colpi di omoteleuti, figure retoriche e versi squisitamente mordaci. E’ esattamente quello che succede in un qualsiasi Poetry Slam; quindi, anche quello andato in scena presso il Circolo Ricreativo Culturale “Si Può Fare” (via Martini 6) sabato 14 maggio 2016 non poteva che prendere forma in funzione di queste caratteristiche. D’altronde, la storia letteraria ci attesta che, anche in epoche molto lontane, erano possibili rivalità poetiche; tanto per fare un esempio, si potrebbe citare la celebre tenzone di Dante con Forese Donati. Poco importa se gli impavidi poeti, che hanno preso parte alla competizione poetica in quel di Via Martini, non sono animati da chissà quale nobile o nobilitante intenzione. Come è stato più volte ribadito nel corso dell’incontro, quello che davvero fa la differenza è il credere saldamente in tutto ciò che la poesia, sin dagli albori, continua ad offrirci. E i protagonisti della gara hanno dato tutti una grande prova di fedeltà ad essa, dimostrando come, per qualche oscura ragione, l’estro poetico possa ancora, nel ventunesimo secolo, farsi carico dei dubbi e delle certezze dell’uomo.
Alessandro Tassini e Matteo Zangheri,
Liceo Classico Musicale “Cavour”.
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