Ieri 17 Settembre, Pordenonelegge ha proposto al suo pubblico un incontro con il noto scrittore, filosofo e teologo Vito Mancuso, in occasione della presentazione del suo nuovo libro “Questa Vita. Conoscerla, proteggerla, nutrirla”.
La prima domanda posta dall’intervistatore (Franco Fusaro) allo scrittore non riguarda tanto il tema del libro, incredibilmente complesso, quanto l’esperienza personale dell’autore: date le sue frequenti partecipazioni a manifestazioni culturali come Pordenonelegge e a incontri con il pubblico, sembra quasi che Mancuso senta la missione di “raddrizzare le idee storte che caratterizzano la società in cui viviamo”. Il teologo allora comincia a ripercorrere la sua infanzia raccontando come, crescendo in una famiglia molto umile, è nata in lui, apparentemente dal nulla, una forte passione per la sapienza, la cultura, il pensiero critico e l’interrogazione filosofica; una passione che Mancuso spiega essere un’emozione vitale. Ognuno di noi è caratterizzato da una passione personale ed esclusiva. Trovarla è fondamentalmente la missione dell’uomo; una passione che deve essere un’idea luce, un perno attorno al quale ogni individuo avvolge il proprio tempo, incanalando le sue energie in tale direzione.
Per quanto riguarda se stesso, spiega il filosofo, egli ha sviluppato in parallelo all’amore per la conoscenza anche la passione per il bene e la giustizia. È nata così in lui la necessità di trasmettere il suo sapere, che dunque non è fine a se stesso o teso unicamente all’erudizione personale, ma è finalizzato a indurre gli altri ad agire, secondo “la missione del dotto” di Fichte. Perché questo bisogno? Mancuso riflette sul fatto che le “idee storte” della nostra società nascono dagli sguardi storti, in quanto spesso le persone hanno una visione deformata di ciò che le circonda, che guardano unicamente con la prospettiva del guadagno, o con il proprio ego, in “maniera uncinante”, perdendo la percezione delle cose nella loro purezza. Quello che vuole fare il filosofo è dunque trasmettere la propria passione per la conoscenza, per il bene e per la giustizia, con il fine di raddrizzare non tanto le idee storte quanto il modo distorto di vedere la realtà, che per quanto deformato, può essere corretto. Per trasmettere però, spiega Mancuso, è innanzitutto fondamentale una cosa: la chiarezza. Quando ci si rivolge a qualcuno, il proprio pensiero deve essere comprensibile, e se rivolgersi a un pubblico particolare non è tra gli interessi del teologo, lo è invece riuscire a trasmettere il più possibile le sue idee ai suoi lettori, e per fare ciò la trasparenza è indispensabile.
La discussione poi procede verso uno dei temi trattati nel saggio di Mancuso, a cui viene posto un interrogativo interessante: di cosa dobbiamo nutrire il nostro spirito? Il filosofo innanzitutto, spiega che se la vita è un sistema complesso, altrettanto lo sono gli uomini, composti da corpo, psiche, e spirito. Come è necessario nutrire il corpo con delle dosi calibrate di proteine, carboidrati, lipidi, sali minerali e vitamine, secondo una dieta informata, bilanciata e salutare, è altrettanto necessario nutrire la psiche con le emozioni, discriminando quelle negative che ci ammorbano. La capacità di discernere le emozioni è la saggezza, che è la prima virtù cardinale.
Infine, per quanto riguarda lo spirito, Mancuso vuole fare innanzitutto luce sul concetto di anima, intesa come l’unica componente non predeterminata dell’uomo (in quanto sia corpo che psiche sono frutto della natura). Proprio per questa caratteristica fondamentale, lo spirito è dunque l’unica dimensione in cui l’uomo può essere libero, in cui per lui si presenta la possibilità di autodeterminazione. Ma cos’è la libertà fine a se stessa, se non guidata da ideali come la giustizia? È solo un mezzo attraverso il quale si esercita il potere del libero arbitrio. Lo spirito dunque deve nutrirsi di ideali, che devono anch’essi essere selezionati, discriminando quelli che possono creare intolleranze, fanatismi, integralismi. La sapienza è il mezzo che consente di svolgere quest’operazione di discernimento.
Chiara Cozzarini
Liceo scientifico M.Grigoletti, Pordenone
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