Questo è il pensiero di Simone Arcagni riguardo le nuove tecnologie. Arcagni, nella prima giornata del salone del libro di Torino, nello spazio Prospettive digitali, ha presentato il suo libro: “Visioni digitali”. Il mondo di rielaborazione dei contenuti lo ha aiutato a tracciare la mappatura del suo libro. Ha infatti analizzato i media digitali, da un punto di vista privato, scoprendo che il 70% dei prodotti multimediali, sono principalmente video: “Sono andato a mettere mano nella più importante forma di comunicazione, il video”. Nel mondo della costruzione e dei contenuti, uno degli elementi più importanti è l’interattività. Da questa prospettiva, i video sono il frutto del lavoro di tanti, e attraverso commenti, condivisioni, manipolazioni, si crea uno spazio aperto a qualsiasi tipo di “intrasmissione”. In questo modo, Simone attraverso il suo libro, ha prodotto un racconto oculare delle nuove tecnologie.
Un altro tema connesso con quello del suo libro, di cui ha trattato l’autore, è il cambiamento che sta subendo in questo momento il mondo. Un mondo che può costruire dei percorsi di acquisizione della comunicazione. Il computer è stato pensato come uno strumento che doveva supportare l’uomo. Adesso è diventato però, sia in quantità, qualità e profondità, più intelligente dell’uomo, riuscendo a rendere autonomi alcuni meccanismi. Secondo Arcagni, il solo modo di capire il futuro è parlare con chi lo maneggia nel presente, fino a quando il rapporto con la macchina diventerà naturale.
Dopo aver rincorso l’autore per poterlo intervistare, Simone ha utilizzato il titolo del romanzo: “Barbari”, di Alessandro Baricco, per descrivere il rapporto che coesiste tra uomo e novità. Come barbaro si intende non una persona violenta, ma colui che non capisce un concetto. Il problema principale, infatti, è l’uso che l’uomo fa delle nuove tecnologie; secondo Arcagni, siamo noi che dobbiamo modificarci e comprendere questa nuova risorsa.
Lisa Greghi e Anna Di Garbo. Liceo Ludovico Ariosto, Ferrara
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