Come si può parlare del terremoto? Una sismologa storica, la professoressa Viviana Castelli, ci dice che per rinascere dopo un avvenimento del genere, viene quasi naturale dimenticarlo, però sarebbe più giusto documentarlo. Proprio di questo si è parlato oggi, 18 maggio, al Salone internazionale del libro a Torino, nell’incontro tenuto nello spazio del “Caffè letterario”. Erano presenti importanti figure del mondo letterario che hanno vissuto terremoti come Massimo De Nardo, responsabile editoriale della casa editrice Rrose Selavy dove è nato il “Quaderno” di un altro ospite, Antonio Moresco. Inoltre hanno partecipato Francesca Chiappa e Silvia Sorana, fondatrici della casa editrice Hacca Edizioni. A cura dell’incontro: Lucia Tancredi.
A turno parlano tutti gli ospiti, il filo conduttore della discussione è il recente terremoto di Macerata, avvenuto in maggio 2017, che ha distrutto molte strutture del luogo oltre che molte vite.
Il messaggio che vogliono portare Francesca Chiappa e Silvia Sorana è “ripartire dalla bellezza”, e chi meglio di loro, che hanno vissuto la tragedia in prima persona, può spiegarlo? Per loro dietro le case, le chiese e le vite devastate dal terremoto risiede un orizzonte fatto di bellezza, ed è proprio da lì che si deve ripartire.
La domanda invece che ci pone Massimo De Nardo è: “Si può scrivere riguardo ad un terremoto chiudendo tutto in un racconto?”. Ovviamente toccando questo argomento è normale che venga fuori dolore e che nel parlarne il lato emotivo emerga più della realtà dei fatti. Questo è quello che lo scrittore vuole evitare, infatti nel libro che viene menzionato “L’altra notte ha tremato google maps” il sentimento principale suscitato da un
terremoto non è il dolore ma la voglia di ricominciare, partendo da ciò che è rimasto.
L’ultimo ospite, Antonio Moresco, ci racconta un po’ la sua storia, più in particolare la sua passione, ovvero le camminate attraverso i bellissimi sentieri che ci offrono le Marche. Infine spiega da più punti di vista il fenomeno dei terremoti visto con gli occhi di diverse generazioni.
Alice Pisacane, Marco Bulgarelli,
Liceo Alfieri
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