La conferenza si é aperta con un’introduzione da parte di Ernesto Ferrero che ha parlato degli scenari digitali di un mercato editoriale. High tech o high touch? Quando si parla di nuove tecnologie si tratta principalmente di tablet (come quelli sperimentali della Microsoft). De Biase afferma che  un terzo della popolazione Usa ed Europea possederanno un tablet nel 2016.
Andrea Rangone, ingegnere al Politecnico di Milano ha illustrato l’effetto che provocherà l’eCommerce (vendita di libri cartacei per mezzo di Internet) e di eBook (libro informatico) sul mercato dei libri. Infatti quest’ultimo è calato progressivamente dato che i mezzi informatici sono arrivati ad un impatto del 4,5% nel 2011 partendo dall’ 1% nel 2007. Inoltre siamo arrivati ad un New Internet, perché non è più vincolato al PC.
Invece Gian Arturo Ferrari, Presidente del Centro per il libro e la lettura, afferma che siamo nella rivoluzione digitale più preannunciata di sempre e che stanno cambiando non solo i mezzi ma anche le figure dell’editoria: cambierà la nozione di libro. Infine ci invita a riflettere su ciò che sta accadendo e prendere coscienza delle conseguenze della digitalizzazione.
Un apparente problema è il “self-publishing”. Infatti gli autori sono sempre più inclini a ignorare la catena di pubblicazione e a vendere i propri libri direttamente sulle piattaforme digitali, secondo il parere di Alessandro Bompieri. E’ apparente perché gli scrittori avranno sempre bisogno degli editori per emergere e per commercializzare i loro scritti. Dopo Bompieri ha parlato Riccardo Cavallero, il quale alla domanda ” Il tipo di business attuale è sostenibile?” ha risposto che il commercio degli e reader sta tramontando, mentre quello dei tablet è in pieno sviluppo in quanto questi riescono ad essere discreti in diversi campi attraverso applicazioni anche di lettura, giochi, social network.
Dario Giambelli, Amministratore Delegato della Feltrinelli, sostiene che l’evoluzione degli elementi di consumo sia molto lenta e diversa di paese in paese. E noi non siamo ancora arrivati alla rivoluzione digitale perché i mezzi cambieranno soltanto quando i consumatori saranno disposti a usarli in maniere innovativa. Ad affermare che il lavoro dell’editore sia necessario, ma sempre più difficile è Stefano Mauri che crede anche che i tablet aumenteranno la possibilità di lettura. L’ultimo esperto è stato Mauro Zerbini, Amministratore Delegato di IBS, che ha detto che i veri nemici sono i  monopoli commerciali non la rivoluzione in sé. In sintesi è cambiata la natura dei consumatori,degli editori e l’uso e consumo dei libri.

Elisa Pagliaro, Nicolò Gariglio