Ludovita

Domenico Starnone

Domenico Starnone, noto scrittore italiano, ha insistito a lungo su questo concetto durante la conferenza sulla neo-parola Ludovita che ha tenuto insieme ad Andrea Bajani e a uno dei “ragazzi delle parole”.

Bajani, insieme al suo team di giovani dei licei torinesi, ha studiato dieci nuovi termini in modo da descrivere nuovi fenomeni e concetti frutto del mondo in perenne movimento in cui viviamo.
Ludovita, per loro, assume il significato di attitudine a vedere la vita come un gioco. I bambini hanno facilità, infatti, a conciliare il “ludus” con i vari momenti della giornata; al contrario, gli adulti si ritrovano in difficoltà a trovare un momento per dedicarsi ad attività costruttive, ma al contempo divertenti e rilassanti.

Starnone non si è, però, dimostrato del tutto d’accordo con la definizione che il “gruppo delle parole” ha assegnato a questo termine, dimostrando in pochi minuti come il termine possa assumere anche un significato negativo: per lui Ludovita indica uno stato di gioco permanente che può degenerare nell’inedia e nella pigrizia mentale.

Insomma, secondo Starnone, la Ludovita rappresenta il lato oscuro del potenziale che il gioco ha in sè: un’attività così utile nel far progredire i bambini, che nei primi anni di vita incrementano le loro capacità mentali grazie a esso, ma così deleteria per le menti adulte, se abusata.
– “Gioco” è la parola chiave del ‘900, serve a far maturare la nostra mente che riesce così ad adattarsi al mondo che la circonda. Il gioco permanente, al contrario, rischia di congelare e rendere immaturo chi lo pratica. – ha spiegato lo scrittore al pubblico e a Bajani, che lo ascoltava rapito – Perciò, bisogna salvare l’idea di gioco, di modo che non si cada nel puro intrattenimento sistematico, confinato troppo spesso nella odierna società capitalistica. –

Durante il suo intervento Starnone ha affrontato anche altri argomenti, come l’importanza che le parole assumono e l’approccio che i bambini hanno (o dovrebbero avere) con esse.
Nell’intervista che segue lo scrittore ha ripreso e ampliato questi temi, raccontando in aggiunta quale parola vorrebbe salvare dalla scomparsa e contribuendo al lavoro di Bajani e dei dei suoi ragazzi con il termine “Sbaravecchio”, alias il vecchio sbarazzino.

Elena Sinistrero
Redazione permanente

Foto di Ornella Orlandini

Questo il commento di Francesco, sul palco con Bajani:

“-Le parole sono come gli effetti speciali, il più incredibile degli effetti speciali-. Così Domenico Starnone comincia il suo dialogo sulle parole, una chiacchierata in cui aneddoto e riflessione si legano continuamente. Chiamato a rispondere sulla parola “ludovita”, Starnone vuole metterci in guardia sul confine labile e pericoloso tra gioco e
intrattenimento, nella cui differenza si può misurare la nostra capacità critica, la nostra possibilità di crescere o di perderci. Il gioco ci insegna fin da piccoli a capire quanto le regole siano necessarie, ci insegna ad immedesimarci, con la classica forma infantile
del “io ero Tarzan, tu eri Jane”. Per tutto l’incontro Starnone ha una voce dimessa, da cui traspare amarezza e disincanto, ma dalle sue parole si evince una tolleranza ironica, e anche una discreta fiducia.”