Questo libro parla della vita di Rita Atria, nata a Partanna, in provincia di Trapani, nel 1974. Suo padre, un piccolo boss, sarà ucciso dalla mafia, così come suo fratello Nicola. Per sottrarsi al veleno della mafia, Rita, che ha solo 17 anni, decide di raccontare tutto ciò che sa al giudice Paolo Borsellino che, con il passare del tempo, diventa come un padre per lei. Ma il 19 luglio 1992 anche Borsellino è ucciso in un attentato mafioso. Distrutta dal dolore per la sua morte, Rita decide di suicidarsi.
Ma prima di morire lascia queste parole:

Forse un mondo onesto non esisterà mai

ma chi ci impedisce di sognare?

forse se ognuno di noi prova a cambiare,

Forse ce la faremo 

Questa storia è molto commovente e ricorda quella di Peppino Impastato di cui ricordiamo l’anniversario della morte in questi giorni. Il 9 maggio del 1978, nello stesso giorno in cui è stato ritrovato a Roma il cadavere di Aldo Moro, Peppino, che ha 30 anni, muore per una violenta esplosione sui binari della ferrovia in un piccolo paese della Sicilia, Cinisi. Sin da ragazzo si è battuto contro la mafia, denunciando i suoi delitti attraverso la radio da lui fondata, “Radio Aut”.

A decidere la morte di Peppino è il capo di Cosa Nostra, Gaetano Badalamenti.
Cento passi separano, in paese, la casa della famiglia Impastato da quella dell’assassino di Peppino, Tano Badalamenti, come ricorda il titolo del film “ I cento passi” che ha fatto conoscere al pubblico la figura di Peppino Impastato.

Sia Rita Atria che Peppino Impastato hanno sacrificato le loro vite per cercare di rendere questo mondo più onesto e per far sì che questo non sia solo un sogno.

 Volevo nascere vento, di Andrea Gentile, Mondadori

Sara Tormena, 2 H Scuola Media Caduti di Cefalonia

reporter Fuorilegge