All’interno del salone risuonano le parole di Friends dei Red Hot Chili Peppers: è la voce del cantautore Bruno Orioli che apre l’incontro dedicato alla presentazione del nuovo romanzo di Silvio Muccino Quando eravamo eroi. L’autore ha voluto parlare di come il suo libro, il primo scritto da solo, sia nato dall’esigenza di raccontarsi, attraverso la voce di cinque persone che a lui piace soprannominare gli “alieni”; la scelta delle cinque voci non è casuale per l’autore: in questa maniera infatti Muccino riesce ad esprimersi al meglio, evitando il “filtro di bellezza” tipico della voce singola (che mira a piacere a tutti i costi).

I protagonisti di questo emozionante racconto sono Alex, Melzi, Eva, Rodolfo e Torquemada (e non in ordine di importanza), giovani “strani”determinati a diventare se stessi malgrado il mondo; la loro vita sarà sconvolta quando Alex, il “collante” del gruppo, sparirà improvvisamente, per poi tornare quindici anni dopo chiedendo, come ultimo desiderio, di rivedere i suoi quattro amici Alieni, per un secondo ed ultimo addio.

Questo romanzo si pone su un piano definito “scomodo” dall’autore, in quanto non sempre suscita emozioni positive: si tratta infatti di un piano senza filtri, dove ci si mette a nudo, dove il più grande nemico di te stesso sei tu, nessun altro. Alla famosa affermazione di Bjorn Larsson “il compito principale di raccontare storie è insegnare a mettersi nei panni degli altri”, Muccino risponde in modo pronto ed ironico, affermando che questo è un talento poiché è già difficile stare nei propri. Il messaggio che l’autore vorrebbe quindi che si ricordasse del suo libro è quello del coraggio che gli alieni hanno avuto nell’essere “diversi”, nell’essere loro stessi: non cambiare mai è sbagliato, bisogna con il tempo “amarsi, conoscersi e apprezzarsi”.

Vesna Frangipane e Carolina Fanzago