Noi ragazze della Scuola Media Caduti di Cefalonia, per il prima volta al Bookblog, non ci aspettavamo certo di trovarci faccia a faccia con uno degli autori di fantasy di maggior successo nel mondo. Anche le nostre tutor Giulia e Hind erano parecchio emozionate. Non capita certo tutti i giorni di intervistare sui comodi divanetti di un hotel Christopher Paolini, l’autore della celeberrima saga di Eragon.
Cresciuto nel Montana tra fauna selvatica e paesaggi mozzafiato, ha studiato in casa istruito dai genitori, vivendo un po’ come Huckleberry Finn e Tom Sawyer. Molte delle avventure di Eragon sono frutto di sue esperienze, anche se ammette deluso di non aver mai cavalcato un drago.
Sorridente e disponibile, Christopher ci concede una lunga intervista.
Da cosa ha tratto l’ispirazione per tutti i suoi libri?
Soprattutto da altri fantasy, ma anche dai paesaggi della mia infanzia e dai membri della mia famiglia. Ho cercato di scrivere qualcosa che avrei voluto leggere in altri libri.
Quanto c’è di autobiografico nei suoi libri?
Molto più di quanto voglia ammettere. Molti episodi prendono spunto dalla mia vita e dalle mie piccole avventure nella natura selvaggia, alle volte divertenti altre molto pericolose. Una volta infatti mi sono ritrovato faccia a faccia con un orso, un’altra ho fabbricato da solo un coltello, un arco e una fionda. Una volta mi sono anche rotto un polso, come Eragon.
C’è una scena che ha visto concreta davanti ai suoi occhi, come una “visione”?
Ce ne sono moltissime, spesso mentre scrivo mi capitano questi lampi, queste immagini vivide. Penso che in particolare quella che ha dato il via a tutto sia stata vedere Eragon che trovava nei boschi la “pietra blu”, ovvero l’uovo da cui sarebbe uscita Saphira.
Come ha fatto a concepire la profezia di Angela, che è stata il filo conduttore di migliaia di pagine?
Io sostengo che non si possa scrivere un libro mentre si sta formando la storia. Bisogna prima avere in mente una trama generale, priva di tutti i dettagli ma comunque completa. È come con la musica: prima si compone, poi si suona. L’intera storia di Eragon già esisteva nella mia mente, così sono stato in grado di scrivere la profezia di Angela.
Le è piaciuto come la sua storia è stata resa nel film?
Sono molto contento che Eragon sia diventato un film. Ovviamente il regista ha trasmesso un punto di vista diverso dal mio ma, d’altro canto, ognuno può interpretare un libro come vuole.
Qualche volta le sembra di vedere un drago solcare un cielo?
In continuazione! Per questo ho scritto Eragon, – ride divertito – da piccolo volevo fare l’eroe che cavalcava i draghi e uccideva mostri.
Quale dei personaggi della saga vorrebbe portare nella realtà?
Uno dei personaggi esiste già: è mia sorella Angela, nel libro un’erborista indovina. Se proprio dovessi sceglierne uno sarebbe Orik, il re dei nani, perché per il suo carattere affabile potrebbe essere un buon amico. Non porterei fuori nessun altro perché ho paura che si vendicherebbero per come li ho descritti e per ciò che gli ho fatto fare.
Ciò che ci ha colpito di Paolini è stata l’umiltà e la spontaneità delle sue risposte. Nonostante all’inizio fossimo piuttosto agitate, lui ci ha messo subito a nostro agio, grazie alla sua disponibilità. Dopo pochi minuti ci sentivamo come vecchi amici riuniti in un bar a chiacchierare.
Arianna Maretto e Sara Tavella, Scuola Media Caduti di Cefalonia
Giulia Cibrario, Liceo Scientifico Copernico
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