Francesco Targhetta, il cui ultimo libro “Perciò veniamo bene nelle fotografie” è uscito da poco, è stato invitato a riflettere, con Andrea Bajani e una delle ragazze del Vocabolario Allargato, sul significato della parola svivere. Lo svivere, tema di fondo del libro, è il non lasciarsi assorbire dalla vita, è la mancanza di volontà, è il lasciar scorrere la propria esistenza senza esserne il protagonista. Secondo Targhetta questo è un problema comune per molti giovani più che per gli adulti, soprattutto i neolaureati che perdono l’entusiasmo iniziale dopo essersi trovati in un “deserto” senza futuro, diventando dei viventi passivi.
Bajani propone allo scrittore di elencare tre antidoti allo svivere: per prima cosa la musica indipendente che porta fuori dagli schemi del conformismo, poi la poesia che aiuta a vedere il mondo da un punto di vista differente, per questo l’autore ha deciso di scrivere il suo romando in versi. Infine consiglia la lettura di libri come “la vita agra” di Luciano Bianciardi in cui il protagonista si ribella allo sfruttamento.
Francesca Martinolich, Monica Ianiro e Valentina Saracco (liceo Alfieri)
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