“Andiamo, cosa c’è più interessante dell’uomo? Non siamo curiosi di noi stessi?” Così Ian Tettersall ha dato inizio alla sua conferenza sull’homo sapiens. Per capire chi siamo,dice l’antropologo, bisogna innanzitutto conoscere la nostra storia.
“Non è sorprendente che ci siamo differenziati dagli altri esseri viventi solo per l’uso della mente?! E’ questo infatti che ci condiziona quotidianamente dalla nascita.”
La nostra specie ha mosso i primi passi nella sua culla, l’Africa, e si è evoluta attraverso l’uso dell’osservazione, adattandosi all’esigenze della natura e viceversa.
Ian ha mostrato, con una serie di slides, come possiamo ricavare informazioni solo dalla forma di una semplice pietra che l’homo sapiens usava quotidianamente: da una pietra grezza, il cui possibile utilizzo si è scoperto solo casualmente, si giunge all’elaborazione di un vero e proprio utensile sempre più raffinato e studiato per svolgere al meglio il suo compito. La cosa che più l’antropologo si è preoccupato di trasmetterci è che non si finisce mai di apprendere e che si impara solo osservando.
Maria Fresta Alessandra Speziali, Liceo classico Vittorio Alfieri Torino
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