Il DEM, unico nel suo genere, è un volume che raccoglie 4600 lemmi che descrivono il pianeta mafia: dai boss ai processi, alle vittime. Il grande merito del DEM è di collocarsi in una posizione intermedia fruibile a tutti, né troppo tecnica né scadente. L’intento dei 17 autori è proprio quello di aiutare i lettori a capire e conoscere le mafie, un fenomeno che “fa parte del tessuto sociale dell’Italia”, perchè il primo passo nella lotta antimafia è proprio quello dell’informazione. In questi ultimi anni però, non tutte le opere, sia scritte che video, trattano l’argomento mafioso nel modo corretto: in molti casi infatti, le cosche mafiose sono banalizzate o addirittura mitizzate, come sostiene il procuratore Gian Carlo Caselli.

La società di oggi, secondo don Ciotti, si è “mafiosizzata” e le mafie si sono “normalizzate”. Nonostante molti boss mafiosi siano stati arrestati e assicurati alla giustizia, il cambio della comunità mafiosa è stato rapido: ora i capi clan hanno poco più di vent’anni, perchè la mafia – ha detto Raffaele Cantone- è “una macchina che ha il lusso di camminare senza autista”.  Inoltre, la sua pubblicazione mantiene i riflettori accesi sul mondo della mafia, in un periodo in cui l’attenzione è concentrata principalmente su tematiche economiche. Quindi l’opera è un passo verso la sconfitta dell’ «analfabetismo etico» nella società, come sostiene don Ciotti. Roberto Morrione, il quale seguì il progetto iniziale del DEM, è un esempio di serietà, coraggio e umiltà nella lotta alla mafia. Sono intervenuti Claudio Camarca, Gian Carlo Caselli, Raffaele Cantone, don Luigi Ciotti e Alessandro Zardetto. «Non servono gesti eclatanti, ma azioni quotidiane» – ha detto don Ciotti- per sconfiggere la mafia, creando una cultura dell’antimafia.

Valentina Govoni e Sara Hamado, Liceo Classico L. Ariosto, Ferrara